"Animas Moenia", a palazzo Chiaramonte Steri per dar voce alle anime oppresse
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"Animas Moenia", a palazzo Chiaramonte Steri per dar voce alle anime oppresse

sabato 21 settembre, 2013

PALERMO, 21 SETTEMBRE 2013 - Si è svolto ieri, nell’ambito della “Settimana delle Culture”, che si concluderà domani a Palermo e che mira alla candidatura della città siciliana a Capitale Europea della Cultura 2019, lo spettacolo itinerante di teatro danza diretto dalla coreografa e manager culturale Emiliya Mihaylova.

L’opera ha avuto come splendida cornice palazzo Chiaramonte - Steri, segreto carcere dell’inquisizione, dove dal 1605 al 1782, vennero rinchiusi innocenti considerati eretici o amici del demonio. Questi lasciarono sulle pareti delle varie celle graffiti, raffigurazioni, preghiere e poesie che manifestano tutto il dolore e la rabbia contro le ingiustizie.

“Animas Moenia”, '' Le anime dei muri'' questo il titolo della rappresentazione, allestita in collaborazione tra le due Associazioni culturali “Amici dei musei siciliani’’ ed ’’Emidance’’ di Salemi, con la splendida partecipazione della cantante Monia Grassa , è riuscita proprio nell’intento di “dar voce” a questi graffiti, a quelle umane sofferenze rimaste sospese nelle stanze del palazzo. Quattro repliche, l’ultima delle quali alle 22.30, in cui sulla vicenda aleggia la figura metaforica della farfalla, che personifica l’uomo costretto all’ingiustizia e la speranza stessa di un futuro privo di sofferenze.

“Sono qui e sono altrove, Non ho più niente, Sto diventando folle, Mi lascio andare”, così recita una giovane nei corridoi del palazzo, tra fiaccole e candele, in un’atmosfera che esprime dolore.
Intense anche le parole lette da due “carcerate” che recitano a due voci una canzone incisa sulla parete:
“O tu chi trasi in chissi orrendi abbissi/ vndiu chinto di elo ardo di foco/ e in menzo un umbra di perpetua e chrissi/ stanco nelotiu e no ritrovu locu/ lei sti versi chi iu di sangu schrissi/ misiru di furtuna stratiu e giocu/ naviri fidi alli toi senzi stissi/ cassai fa cui fa nenti effida poco. cansuni ANO 1633”.

“O tu che entri in questi orrendi abissi/ un Dio che nel cielo ardente di fuoco/ e in mezzo un’ombra di perpetua eclisse/ stanco nell’ozio e non ritrovo luogo/ leggi questi versi che con il sangue scrissi/ povero di fortuna, strazio e gioco/ non avere fede ai tuoi stessi sensi (non avere fiducia in se stessi)/ che tanto fa chi fa niente e fida poco. canzone ANNO 1633”.

L’opera, che ha riscosso un grande successo di pubblico, composto peraltro da moltissimi addetti ai lavori, si conclude con una frase di dolore e speranza insieme, speranza che il male assoluto cessi di opprimere i deboli: “Pazienza, pane e tempo…Finché la mano e la mente ti guideranno non smettere mai di amare la vita. Anche se aiuterai una sola anima non avrai vissuto invano”.

Al termine dello spettacolo la regista, scenografa e coreografa Emiliya Mihaylova, entusiasta dell’enorme successo, ha dichiarato ai microfoni di infooggi.it: “Un ringraziamento speciale ed enorme va al principe Bernardo Tortorici, presidente dell'Associazione Culturale “Amici dei musei siciliani”, che ci ha dato l'opportunità di creare questo spettacolo e ci ha aiutato nella sua realizzazione”.

(Foto dal sito palermomania.it)

KatiaPortovenero[MORE] 


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