Appalti Enav, i pentiti accusano i politici: "Quei 200mila euro erano per Casini"
Cronaca Lazio

Appalti Enav, i pentiti accusano i politici: "Quei 200mila euro erano per Casini"

martedì 22 novembre, 2011

ROMA, 22 NOVEMBRE 2011 - Proseguono le indagini dei carabinieri nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Enav, e si arricchiscono di nomi e dettagli grazie alle rivelazioni di chi, dal carcere, ha deciso di collaborare con la magistratura. Vengono tirati in ballo Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, l'ex titolare dei Trasporti Altero Matteoli, il parlamentare Marco Follini, al tempo vicepresidente del Consiglio. [MORE]

Tra quei pentiti che hanno deciso di parlare c’è Tommaso Di Lernia, che rivela di aver portato insieme a Pugliesi, il 2 febbraio 2010, 200 mila euro a Giuseppe Naro, tesoriere Udc, e che poi chiama in causa tanti altri parlamentari e membri di governo, ma la maggior parte delle rivelazioni hanno per protagonisti il consulente del presidente Pier Francesco Guarguaglini, la moglie Marina Grossi, amministratore di Selex e Lorenzo Cola, che da tempo si trovano a dover rispondere alle domande del pubblico ministero Paolo Ielo.

E’ sempre Di Lernia a riferire che il 27 giugno del 2011, nel carcere di Regina Coeli “Enav ha acquisito per una cifra spropositata un ramo di azienda di Optimatica, per un valore di circa 15 milioni di euro”, si concentra poi sull'Udc “Ricordo anche che in un'occasione, in relazione ai lavori fatti a Venezia, vennero assegnati lavori a una società che si chiama Costruzioni e Servizi, vicina a Follini, all'epoca vicepresidente del Consiglio. Con riferimento al versamento dei 200 mila euro Pugliesi mi disse che erano destinati a Casini. Vennero consegnati al tesoriere dell'Udc perché erano assenti sia Cesa che Casini, impegnati in un'operazione di voto, secondo quanto mi disse il tesoriere medesimo”. Marco Iannilli, commercialista in società con Di Lernia, interrogato il 6 settembre, racconta "Consegnai a Di Lernia 300 mila euro su indicazione di Cola, parte dell'acconto dovuto a Pugliesi (complessivamente 600 mila euro) la cui quota parte, nella misura di 300 mila euro, avrebbe dovuto essere consegnata al partito di riferimento di Pugliesi, l'Udc”.
 

Il 24 agosto 2011 Lorenzo Cola, arricchisce il materiale già acquisito dai pubblici ministeri di nomi e dettagli ”Sul piano strettamente formale il potere di nomina del Cda di Enav apparteneva al ministero dell'Economia, sul piano sostanziale era frutto di una precisa spartizione politica. In concreto, nella prima fase ossia tra il 2001 e il 2002 vi era un tavolo delle nomine o laboratorio interno alla maggioranza composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega. Quanto ai riferimenti politici dei soggetti che si sono succeduti nel tempo, posso dire che Pugliesi è sempre stato in quota udc originariamente riferibile a Baccini. Devo aggiungere che dentro Finmeccanica il riferimento è Bonferroni, deputato ancora ora confermato nel ruolo di cda della holding. A quanto mi risulta Nieddu venne nominato direttamente dal Tesoro, Martini aveva come riferimento An e il ministro Matteoli.Nell'ultima tornata di nomine io fui messo a conoscenza che Matteoli aveva ottenuto un accordo con Tremonti per il quale avrebbe potuto decidere le presidenze delle società... Ed è proprio per ingraziarsi Matteoli che Pugliesi, tre giorni prima dell'ultima nomina del Cda di Enav fa l'operazione Optimatica chiudendo un contratto poco inferiore alla soglia oltre la quale sarebbe scattata la necessità di una delibera del Cda. Nieddu mi ha riferito di un incontro avvenuto all'Harry's bar di Roma tra Matteoli, un suo parente e un apicale di Optimatica nei giorni precedenti la delibera di Pugliesi. Poco dopo Optimatica ha assunto quel parente di Matteoli”.

Lorenzo Cola parla di grosse quantità di denaro, anche 300 mila euro, che Paolo Prudente, ex direttore generale di Alenia, gli affidava affinché le portasse a Lorenzo Borgogni “per le necessità di pagamento di entità istituzionali”, somme che, agli inizi del 2008, racconta sempre Cola, sarebbero state consegnate anche a Bonferroni (più precisamente Cola ha parlato di 300/350 mila euro in contanti)

Cola ha negato per mesi che i vertici di Finmeccanica sapessero delle tangenti versate ai politici, sino a quando il 24 agosto scorso ha rivelato “Nelle discussioni con Guarguaglini l'attività di sovrafatturazione e di pagamento di tangenti veniva definita "fare i compiti". Locuzione che serviva per definire anche l'attività di mettere a posto le carte, la contabilità e tutto il resto, per evitare si scoprissero i fatti illeciti che intervenivano. Quando qualcuno incappava in qualche vicenda giudiziaria, e a ciò veniva dato risalto mediatico, dicevamo che avevano fatto male i compiti”, e anche l'amministratore di Selex secondo Cola era a conoscenza delle tangenti.
Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni istituzionali di Finmeccanica, innanzi ai magistrati di Napoli, con cui collabora da qualche settimana, si è definito “collettore dei rapporti con i politici”, ma Cola racconta che “Borgogni gestiva il livello di pagamenti destinati ai politici”.

Casini respinge ogni accusa definendola una cosa lunare "Non ho mai visto né conosciuto Tommaso Di Lernia. Nella vita – aggiunge - bisogna essere sereni. Io sono sempre stato fortunato, se c’è da soffrire ingiustamente vuol dire che migliorerò". E se Francesco Rutelli manifesta piena fiducia nell’amico e alleato nel Terzo Polo dichiarando "Ho fiducia nella magistratura perché accerti e sanzioni ogni violazione della legalità. Fiducia nella correttezza degli amici Udc e, ovviamente, completa amicizia e fiducia verso Pier Ferdinando Casini", Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, pur non scagliandosi in modo diretto contro Casini, commenta: “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole perché sono gli stessi gli obiettivi, le modalità e i personaggi", prosegue poi spiegando che ai tempi di Mani pulite "si parlava di finanziamenti illeciti ai partiti per dare una sorta di giustificazione morale a un sistema di tangenti che finivano nelle mani di singole persone", e alla domanda se a suo parere Casini debba dimettersi, risponde “Oggi faremo una riflessione sul concetto attuato da Mani pulite, non poteva non sapere, molti hanno cercato di screditarlo, ma è tuttora alla base della prova logica come prova giudiziaria".

Intanto l'onorevole Roberto Rao, portavoce del leader dell'Udc, ha reso noto che “L'onorevole Casini ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela nei confronti del signor Tommaso Di Lernia e di agire anche in sede civile per il risarcimento di danni, anche di immagine, il cui importo sarà interamente devoluto a enti benefici".

Anche Pier Francesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica smentisce qualsiasi coinvolgimento e dichiara in modo categorico “di non aver mai creato fondi neri, di non aver mai elargito né dato ordini di elargire somme di denaro a politici e/o partiti", smentisce quanto riportato da alcuni organi di informazione circa i rapporti con Cola ribadendo che “Lorenzo Cola non è mai stato il suo braccio destro”, e conclude esprimendo “piena fiducia nell'operato della magistratura, che ha già fatto chiarezza sul caso Digint che non ha visto coinvolto nessun dirigente o manager di Finmeccanica".

Sara Marci
 


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