Franco Sicari: La gioia di vivere
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Franco Sicari: La gioia di vivere

venerdì 8 novembre, 2019

Dopo avere attraversato il" ponte dei cani", la golf giunge al cimitero di Bianco in pochi minuti. C'è tanta gente che non conosco e che non mi conosce. Gli attori della commedia sono quasi tutti cambiati e le nuove comparse non potrebbero mai capire chi sono, tanto sono cambiato e poi, è trascorso tanto tempo. Salgo il vialetto che porta alla cappelletta della mia famiglia dove riposano i miei genitori morti da sempre e non morti mai, tanto è strano ed irreale il pensiero della morte. "Domine, mane nobiscum, quoniam advesperascit": sembra che sia stata sempre scritta nella mia mente e fosse già la fine di qualcosa e di tutto!

Mio padre fece scrivere l'epigrafe prima della morte di mia madre. Chissà se avrà immaginato quanto mi abbia colpito, facendomi sentire e quasi capire il senso della vita. Tanti morti al cimitero del mio paese ed in tutti i cimiteri del mondo! Miliardi di persone che hanno vissuto e lottato. Una data di partenza ed una di arrivo quasi come una gara per arrivare al traguardo come fosse un premio e non, invece, il silenzio assoluto ed il riposo dell'eternità. Se è vero che prima della morte si ripercorre in un attimo tutta la vita, ci si potrà rendere conto quanto, alla fine, ci sia poco da ricordare, se non la ripetizione degli stessi gesti dal mattino al mattino dopo.

Ma queste domande e problematiche, i vivi, è meglio che non le facciano! Guai a capire l'inganno della vita e dell'esistenza! L'unica certezza è invece la morte, ferma sempre al proprio posto, sotto gli alti cipressi del cimitero del mio paese! Mi vede passare sul viale e un sorriso sarcastico gli si dipinge sul viso! Mi sembra una persona che conosco e che vedo ogni anno, dei morti! Lei aspetta sempre con calma perché non ha fretta di vincere le partite a carte. E' furba ed aspetta un momento di debolezza, quando ,sul far della sera, arriva il tedio e la noia della vita!

Proprio adesso, però, non bisogna disperare e cercare di prevedere le mosse della Morte e combatterla con tutte le carte in nostro possesso, anche se sono poche, anche perché le migliori sono state già giocate nella presunzione e nella superbia dei nostri 20 anni. "Domine, mane nobiscum, quoniam advesperascit". La tomba ha una larga base e 4 persone sedute sul perimetro della lapide, stanno giocando a carte! Sono, sicuramente, tutti morti! Li conosco tutti!

La partita è combattuta ed imprevedibile, come la storia di una vita. Qualcuno fuma una marlboro morbida e pensa! Qualcuno beve un bicchiere di vino rosso! Sembrano vivi, mentre il sole ancora caldo di inizio novembre,r iscalda i loro corpi freddi, per farli rivivere ancora una volta nella mia mente. Questa favoletta è dedicata a tutti quelli della mia età che lottano con tutte le forze per riuscire a chiudere il cerchio della vita e per combattere il pensiero della noia e della morte. 

Franco Sicari

 


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