Ginevra, uccisa giovane ricercatrice italiana: forse conosceva il suo assassino
Estero Piemonte

Ginevra, uccisa giovane ricercatrice italiana: forse conosceva il suo assassino

mercoledì 13 aprile, 2016

GINEVRA, 13 APRILE 2016 – Una ricercatrice italiana di 29 anni è stata uccisa a sprangate lunedì sera a Ginevra. Valentina Tarallo, questo il nome della vittima, sarebbe stata aggredita da un uomo con una sbarra di ferro mentre rientrava a casa.

In un primo momento si era pensato ad un tentativo di rapina, tuttavia, gli investigatori della polizia svizzera stanno vagliando l’ipotesi che la vittima conoscesse il suo assassino. Gli inquirenti, come scrive il quotidiano Le Matin sul suo sito, stanno dando la caccia ad un uomo di origine africana tra i 20 ed i 30 anni, alto circa un metro e 90, pare già noto alle forze dell'ordine per altre aggressioni.

Valentina Tarallo, originaria di La Loggia, in provincia di Torino, frequentava un dottorato di Fisiologia cellulare e metabolismo. Come riportato sul portale web dell’Università di Ginevra, la ragazza lavorava all’identificazione dei MicroRNA coinvolti nella regolazione del metabolismo. [MORE]

I fatti

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, lunedì sera la giovane ricercatrice stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro all'Università, quando un uomo ha cercato di strapparle la borsetta. Dopo un tentativo di reazione la 29enne sarebbe stata colpita alla testa dall'aggressore con una spranga. L’aggressione è avvenuta verso le 21.30, davanti al numero civico 22 di avenue de la Croisette, nelle vicinanze di un ospedale pediatrico. La ragazza è stata prontamente soccorsa e trasportata in ospedale, dove però è morta per le gravi ferite riportate.

Stando alla testimonianza di un abitante della zona, riportata dal quotidiano Le Matin, Valentina Tarallo «era riversa a terra, vicino alle auto parcheggiate, con i soccorritori che si davano da fare per aiutarla. Vicino a lei c'era quel bastone di ferro, forse un piede di porco, lungo 60-70 centimetri». La spranga di ferro di cui parla l’uomo potrebbe costituire l’arma del delitto pertanto è stata sequestrata dai poliziotti svizzeri.

Le ipotesi

Il Ministero pubblico ginevrino ha aperto un’inchiesta. La polizia locale che indaga sulla vicenda sta vagliando due ipotesi: la reazione ad una rapina e il confronto con un ex finito male. Ci sarebbero dunque due piste. Una porta ad indagare su un rapinatore che avrebbe tentato di rubare la borsetta alla giovane, la cui reazione avrebbe scatenato la furia omicida. Secondo le ricostruzioni di alcuni media locali, tra cui laTribune de Genève, invece, la giovane conosceva il suo assassino: si tratterebbe di un uomo, pare già noto alle forze dell’ordine, con cui ha avuto una relazione in passato.

[foto: rainews.it]

Antonella Sica


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Estero.