L'alta "moda" del Vangelo veste il vero Amore
Fantasticherie del cuore Calabria

L'alta "moda" del Vangelo veste il vero Amore

mercoledì 14 febbraio, 2018

Papa Francesco parlando qualche giorno addietro al termine del Convegno Internazionale sulla Ratio Fundamentalis, promosso dalla Congregazione per il Clero, ha sottolineato l’importanza della formazione quotidiana dei sacerdoti, a loro volta formatori del prossimo da salvare e redimere. Chiaro in proposito questo suo passaggio: “Abbiate a cuore la formazione sacerdotale: la Chiesa ha bisogno di preti capaci di annunciare il vangelo con entusiasmo e sapienza, di accendere la speranza là dove le ceneri hanno ricoperto le braci della vita e di generare la fede nei deserti della storia”. Per il Santo Padre tutto ruota attorno al vangelo, ecco perché va sempre annunciato con ardore e saggezza. I tempi che viviamo ci consegnano spesse volte un laicismo con il vento in poppa, irriverente verso la Parola e la storia umana da essa tracciata, fino al punto di snobbare la presenza del Figlio dell’uomo nella realtà terrena.[MORE]

Il presidente della Conferenza Episcopale Calabra, S.E. Vincenzo Bertolone, ci ricorda infatti in un suo recente articolo su Zenit che molte scuole delle contee inglesi del Sussex e dell’Essex, metteranno da parte il calendario gregoriano. “Il tempo non avrà più come spartiacque la venuta di Cristo: non ci sarà più un prima e dopo Cristo, ma semplicemente un avanti l’era comune ed un’era comune”. Prima è toccato al crocifisso ora l’attenzione di chi “forse si vergogna di essere cristiano” si sposta sul vero crinale dell’esistenza umana. L’orizzonte ha invece bisogno di più luce e non di tenebre, per riscaldare e rinvigorire le coscienze di ogni essere umano. Si rischia su questa strada che chiunque trasmetta la Parola del Signore non debba più considerare alcuna differenza tra la sua Parola e la parola di ogni altro uomo.

Ma non finisce qui! Molti cercheranno di trasformare il dettame celeste a suo vantaggio personale, debellando ogni connotazione morale e diventando così un concreto veicolo del maligno. Bisogna perciò stare attenti verso coloro che con arte e scienza perversa vogliono “che il discepolo di Gesù viva nella Chiesa senza indossare l’abito del vangelo, della verità, della luce, secondo la sana dottrina che è proprio della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica”. C’è il tentativo di indebolire la sua missione universale e di rendere la sua esistenza più debole possibile. Minaccia reale per quella “eleganza” spirituale che solo l’alta “moda” del vangelo può tutelare e rendere visibile per la salvezza dell’altro, vestendo il vero amore cristiano da sempre benedetto da san Valentino.

Forse si vorrebbe che “l’Eucaristia fosse uguale ad ogni altro pezzo di pane; che il Battesimo fosse uguale ad ogni altra ritualità religiosa; che il Sacerdozio ministeriale fosse identico in tutto al sacerdozio battesimale”. Non è così e mai potrà esserlo! Il Signore, malgrado l’idea di un certo sistema economico e filosofico di chiudere le porte al pensiero cristiano, veglia sulla Parola. L’uomo comunque è da sempre nelle condizioni di ispirare il suo operato alla sapienza divina e se dall’alto non si interviene dinnanzi ad alcune storture e per “verificare fino a che punto gli uomini siano capaci di tradire, travisare, rinnegare, modificare, trasformare la sua Divina Parola, la sola che è vita eterna per noi”. Si indossi pertanto l’abito del vangelo per assicurarsi quella eleganza “spirituale” che più di ogni altra cosa cambia, rilancia e rinnova la vita.

Egidio Chiarella

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