Lavoro sommerso: Calabria ai primi posti secondo il Censis, Cgil manifesta la sua preoccupazione
Cronaca Calabria

Lavoro sommerso: Calabria ai primi posti secondo il Censis, Cgil manifesta la sua preoccupazione

venerdì 2 febbraio, 2018

REGGIO CALABRIA, 2 FEBBRAIO- La Cgil di Reggio Calabria-Locri in una nota ha espresso preoccupazione per lo status, fotografato dal Censis-Confcooperative, in cui versa la Calabria per quanto riguarda il mercato del lavoro nero. La Calabria, difatti, svetta in testa alle classifica per lavoro irregolare e sommerso rispetto al Pil regionale. Il problema riguarda tutti i settori produttivi, e come spiegato nella nota: “la metà dei disoccupati della crisi è sconfinata nell’illegalità”.

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“E’ evidente che l’economia sommersa ha fatto cassa sulla crisi, rivalendosi sui lavoratori costretti per sopravvivere ad accettare un lavoro ad ogni costo e a tollerare condizioni lavorative peggiorative, col salario medio orario sceso da 16 a 8 euro” dichiara Gregorio Pitto il segretario generale della Cgil di Reggio Calabria-Locri, che ha voluto inoltre sottolineare come il fenomeno riguardi anche i cosiddetti “lavoratori intellettuali” e dunque i giovani laureati.

Tutto questo “si traduce in insopportabili vantaggi competitivi” per le imprese che grazie al lavoro sommerso possono tagliare il costo del lavoro, spiega Pitto. Stando ai dati della Cgil il valore del lavoro nero in Calabria vale 5 miliardi e 200 milioni di euro annui e sottrae alle risorse previdenziali e addizionali più di 1 miliardo di euro.

E’ necessario dunque contrastare il fenomeno “con azioni pervasive il lavoro nero ormai divenuto stabile, realizzando progetti di emersione e una efficace collaborazione fra politica, organi di vigilanza, magistratura e forze dell’ordine”- sottolinea la Cgil che aggiunge che un progetto del genere “diffonderebbe la cultura della legalità restituendo diritti ai lavoratori invisibili”.

“L’economia irregolare e l’economia criminale nei nostri territori, purtroppo, si presentano come un fenomeno complesso, come due facce della stessa medaglia, che coinvolgono interi contesti territoriali e interi settori economici. Aggredendo il lavoro nero si aggredisce anche la ‘ndrangheta e si ottengono risorse cospicue per combattere l’emergenza occupazionale, magari, come la Cgil propone da tempo, attraverso un serio piano straordinario per l’occupazione regionale ed uno specifico per il comprensorio della Locride” conclude così il segretario Pitto sottolineando anche l’importanza di queste tematiche “non più eludibili”.

Federica Fusco

immagine: rassegnasindacale


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