Le perdite di tempo? Non sono risarcibili
L'esperto risponde Toscana

Le perdite di tempo? Non sono risarcibili

giovedì 20 dicembre, 2012

PIOMBINO, 20 DICEMBRE 2012 Secondo la Corte di Cassazione, il tempo libero “perso” per colpe altrui non è un qualcosa che sia degno di risarcimento quantificabile in denaro. Di recente, la Corte suprema si è pronunciata in tal senso su delle richieste di risarcimento di soggetti che avevano “perso tempo” a causa delle lungaggini di uffici giudiziari o per difendersi da ingiuste richieste di denaro da parte di enti di riscossione, quali la “famigerata” Equitalia.

Secondo la Cassazione, il “tempo libero” non è un diritto fondamentale della personalità garantito dalla Costituzione , come avviene ad esempio per l’attività lavorativa. L’esercizio del tempo libero sarebbe rimesso all’ autodeterminazione dei singoli, che sarebbero padroni di scegliere come e se impiegarlo. Niente da fare quindi, secondo la Cassazione, per ritenere l’aspirazione a non perdere tempo un diritto inviolabile.

L’interpretazione della Suprema Corte non sembra però tenere conto del valore sociale che va sempre più assumendo il cosiddetto “tempo libero”. [MORE]Quest’ultimo è per molti il mezzo per esprimere al meglio la propria personalità e spesso viene condizionato dal cattivo funzionamento di apparati burocratici o “leggerezze” varie da parte della pubblica amministrazione. Passare mezza giornata in fila presso un pubblico ufficio per parlare poi cinque minuti della propria pratica non è propriamente la stessa cosa che passarla alla ricerca di funghi nei boschi circostanti.

avv. Raffaele Basile

foto tratta da  "dotazione X"


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