Nella giornata dedicata alle vittime della Shoah, "L'Idolo" di Carlo Carrà in vetrina al "Centro d'arte Raffaello" di Palermo
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Nella giornata dedicata alle vittime della Shoah, "L'Idolo" di Carlo Carrà in vetrina al "Centro d'arte Raffaello" di Palermo

lunedì 27 gennaio, 2025

“Oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria, la nostra galleria partecipa al dovere collettivo di ricordare le vittime della Shoah e di riflettere sugli abissi dell’umanità, affinché simili orrori non si ripetano mai più”: ad affermarlo è Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del Centro d'arte Raffaello che, in questa occasione, ha scelto di esporre in vetrina, nella sede di via Emanuele Notarbartolo 9/E a Palermo, l’opera "L’Idolo" di Carlo Carrà.

“Si tratta - spiega la dottoressa Sabrina Di Gesaro - di un lavoro che ci invita a confrontarci con il potere distruttivo delle ideologie assolutiste e con il pericolo, sempre presente, dell’idolatria”.

Nell’opera, infatti, l’idolo emerge come simbolo ambivalente: una figura che da un lato attrae, ispira e catalizza consenso, ma dall’altro opprime e annienta l’individuo.

“Ciò ci costringe a riflettere - osserva - su come i sistemi totalitari abbiano storicamente sfruttato ideali politici, religiosi e culturali per soggiogare le masse, trasformando valori in strumenti di potere e pensiero unico”.

“La Shoah, l’abisso morale e umano che commemoriamo oggi - sottolinea - non fu solo il risultato dell’odio razziale, ma anche di un sistema che fece dell’ideologia un culto, dell’obbedienza cieca un valore e della disumanizzazione dell’altro un metodo”.

"L’Idolo" di Carlo Carrà ammonisce sui pericoli di tali meccanismi: quando la democrazia e la libertà cedono il passo alla venerazione di un’idea imposta e indiscutibile, l’essere umano diventa un ingranaggio in una macchina disumana.

L’idolatria, però, non appartiene soltanto al passato o ai grandi totalitarismi: è una tentazione sempre vicina, un pericolo che si insinua anche nelle forme più quotidiane della società contemporanea.

“L’idolatria delle idee, del potere o della forza - osserva Sabrina Di Gesaro - può portare l’umanità a precipitare nel vuoto dei valori, nella perdita del senso di comunità e solidarietà: questo vuoto è terreno fertile per il male assoluto, quello che genera guerre, violenze e tragedie come la Shoah”.

“Le cadute dell’umanità, dalla storia più lontana fino agli orrori più recenti - prosegue - ci insegnano che l’idolatria non è solo la perdita di senso, ma anche l’anticamera del conflitto e della distruzione”.

“Esponendo quest’opera, vogliamo sollecitare una riflessione - dichiara il direttore artistico - ovvero il rischio di cadere nella trappola delle ideologie totalitarie e dell’idolatria che non appartengono solo al passato: la storia ci insegna che la libertà, la diversità e il rispetto reciproco sono fragili conquiste che dobbiamo proteggere quotidianamente, opponendoci a ogni forma di manipolazione dei pensieri e dei valori”.

“Invitiamo i visitatori a sostare davanti all’opera di Carlo Carrà - conclude - e a riflettere sulla sua forza evocativa, ricordando che il futuro della democrazia e dell’umanità è nelle mani di chi si oppone all’idolatria delle idee assolute, scegliendo la via del dialogo, del rispetto e della giustizia”.


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