Ocse, Precari: «Vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia»
Economia Lombardia

Ocse, Precari: «Vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia»

martedì 26 novembre, 2013

MILANO, 26 NOVEMBRE 2013 - Allarme dell’Ocse sul sistema pensionistico italiano: «L'adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema per le generazioni future e i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulnerabili al rischio di povertà durante la vecchiaia». Così, l’Organizzazione punta il dito contro il «metodo contributivo e l'assenza di pensioni sociali».

Nello specifico, l'Ocse rileva soffermandosi sul metodo di calcolo del sistema contributivo, evidenzia che il sopraindicato «sia legato strettamente all'ammontare dei contributi, e lamenta il fatto che l'Italia non preveda alcuna pensione sociale per attenuare il rischio di povertà degli anziani. Con la riforma globale del sistema pensionistico adottata nel dicembre 2011, dall'allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero, l'Italia ha fatto un passo importante per garantirne la sostenibilità finanziaria e, in particolare, ha stabilizzato la spesa sul medio periodo». [MORE]

DATI – In base alle rilevazioni fatte dall’Organizzazione con sede a Parigi: «La spesa pensionistica in Italia era al 15,3% del Pil nel 2010, la più onerosa fra tutti i Paesi membri, principalmente per effetto di un'eredità del passato». Inoltre - attraverso le modifiche apportate dal 2008 in avanti e a quelle introdotte dalla riforma del 2011, che ha fatto salire l'età pensionabile – la spesa pensionistica dovrebbe contrarsi al 14,5% nel 2015 e al 14,4% nel 2020. La stessa dovrebbe tornare a salire nei decenni successivi, restando compresa tra il 15% e il 15,9%.

Scrive ancora l’Organizzazione: «L'età effettiva alla quale uomini e donne lasciano il lavoro è ancora relativamente bassa in Italia: 61,1 anni per gli uomini e 60,5 per le donne. In Italia, la partecipazione al mondo del lavoro degli over 55 resta 'relativamente bassa, al 40,5%, anche se dal 2000 è aumentata di quasi 13 punti percentuali».

Infine, conclude l’Ocse: Le politiche per promuovere l'occupazione e per migliorare la capacità degli individui ad avere carriere più lunghe sono essenziali, che l'aumento dell'età pensionabile non è sufficiente per garantire che le persone rimangano sul mercato del lavoro, soprattutto se esistono meccanismi che consentono ai lavoratori di lasciare il mercato del lavoro in anticipo».

(Fonte: Ansa. Foto: tribunodelpopolo.com )

Rosy Merola
 


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