Pussy Riot: Intervista ad Andrey Tolokonnikov, padre di Nadia
Interviste

Pussy Riot: Intervista ad Andrey Tolokonnikov, padre di Nadia

giovedì 16 gennaio, 2014

 MOSCA, 16 GENNAIO 2014 - Poco meno di un mese fa, Vladimir Putin si mostrava al mondo dichiarando amnistia per i casi che più avevano scosso l'opinione pubblica: Pussy Riot e Arctic 30. A distanza di qualche giorno il presidente russo graziò persino l'oligarca Mikhail Khodorkovsky dopo dieci anni di detenzione. Eppure nessuno ha voluto credere a questa piccola opera teatrale messa in piedi dal Cremlino.

Libertà e democrazia sono ancora utopie per la Russia, talvolta mutano in valori che smuovono chi vuole svincolarsi dalle catene che il regime autoritario stringe intorno al suo popolo. Le Pussy Riot erano la voce che si opponeva alla violenza perpetrata dalla politica sulla libertà, per questo hanno subito quasi due anni di carcere dopo l'esibizione nella chiesa del Cristo Salvatore, durante la quale cantarono ad alta voce la loro preghiera punk in cui chiedevano alla Vergine Maria di liberare la Russia da Putin. Andrey Tolokonnikov, padre di Nadia delle Pussy Riot, ci racconta la nascita del gruppo, le loro azioni nei confronti della Russia moderna e la loro volontà di lottare contro "un politico che soffoca con la forza la società civile a noi tanto cara" come scritto da loro nel libro "Una preghiera punk per la libertà". [MORE]

Nessuno crede al volto democratico mostrato da Putin. L'amnistia per le Pussy RIot, per gli Arctic 30, la grazia per Khodorkovsky ha solo destato maggiori sospetti sulla diabolica politica di Putin. Crede che questi "miracoli politici" siano solo legati alla questione delle Olimpiadi di Sochi?

Il rilascio delle Pussy Riot di due mesi prima della fine del termine, come anche il rilascio di Khodorkovsky è un gioco cinico del Cremlino in vista delle Olimpiadi di Sochi. Esso mira a gettare polvere negli occhi del mondo e creare l'illusione di un regime democratico. E' certamente molto lontano da questo!


Le Pussy Riot sono ormai diventate un simbolo "rivoluzionario", il volto giovane che va contro l'autoritarismo di Putin. Lei avrà sicuramente visto nascere questi valori, queste idee, ci può raccontare?

Ho visto nascere queste idee. Nella sua prigione Nadia scrisse un diario nel quale descriveva il momento della creazione delle Pussy Riot: «il gruppo delle Pussy Riot, apparso nell'Ottobre 2011 era la reazione di un gruppo di cittadini minacciato da una stagnazione politica in Russia sorta il 24 Settembre, quando Medvedev annunciò che Putin sarebbe stato il nuovo Presidente. La notizia scioccò tutti coloro i quali credevano nella "libertà", sapevano che non era solo una parola vuota. Il destino della città apparteneva nuovamente a Putin. La Russia era indignata.
Il 24 Settembre capimmo che le nostre vite erano cambiate. Ero molto preoccupata, mi stavo lacerando. Non potevamo lasciare la nostra terra, la nostra cultura, la nostra lingua. Mi ricordai una frase: "non prendere parte alla menzogna" - la citazione di Solzhenitsyn, fu la risposta che mi fu data quando chiesi quale era la cosa giusta da fare. Quando i giorni si fecero più difficili per me, capii che ci sarebbe stata una nuova "stagione". Farò di tutto per cambire questa situazione politica spiacevole.»


Per quanto riguarda le condizioni all'interno delle carceri. Ho letto testimonianze delle ragazze che parlano di violazioni dei diritti umani: troppe ore di lavoro, minacce di morte, ecc. So che ora Maria e Nadia si stanno movimentando con le ONG per combattere questo problema. Crede che può essere fatta giustizia? Soprattutto teme che vengano riportare in carcere se continuano a muoversi contro il sistema di Putin?

Se è possibile o meno fare qualcosa per la giustizia, credo che quel qualcosa debba ancora essere fatto! Qualcuno sì, si movimenta ma non perché sta progettando realmente di cambiare qualcosa in questo incurabile e morente Paese come la Russia. Certo, c'è la volontà di cambiare ma ci si crede realmente? Se si crede nel cambiamento, non si dovrebbe smettere di lottare per realizzarlo. In ogni caso, l'individuazione degli obiettivi ed il lavoro sono le due cose che contraddisitnguono un uomo da una scimmia o in altre parole dal 90% della nostra popolazione. Dire questo mi fa male, ma purtroppo ora la Russia è popolata da persone con una mentalità pari a quella di una scimmia. Questa è la loro colpa. Questa è la colpa di Putin, poiché egli coltiva inumanità. Lui però non è certamente colpevole se la maggioranza delle persone lo richiede come presidente.
Le ragazze non hanno paura, perché loro non vogliono lottare contro il regime. Loro vogliono restare per combattere in campo giuridico. Ci sono molte ONG in Russia e loro stanno lavorando liberamente sebbene si imbattono in alcune difficoltà causate dallo Stato. Personalmente non ho molte difficoltà perché non mi preoccupo per il mio "grande paese" assolutamente, così come la maggior parte delle persone. Noi dobbiamo semplicemente vivere qui - temporaneamente o in modo permanente - se mi offrissero la possibilità, io lascerei il paese anche domani. Ma questo è il mio punto di vista che invece non riflette quello di Nadia e Maria, per le quali questa è la loro "terra ereditata". Loro sono buone.

Ora, a pochi giorni dalla libertà, quali sono le intenzioni delle Pussy Riot? Come vedono la loro liberazione? Credono ancora nelle parole: "Put Putin Away"?

Ora non possiamo parlare di Pussy Riot, ma solo di Nadia e Maria. Le Pussy Riot non esistono per ora. Le ragazze non stanno andando fare spettacoli o tour in giro. Credo che Pussy Riot sia diventato un marchio popolare, ma le ragazze hanno obiettivi molto più seri, vogliono rendersi utili per il sociale. Ora hanno creato un'organizzazione al fine di tutelare i diritti nei GULAG russi.
In un primo momento, appena uscita dalla prigione Nadia disse qualcosa che poteva suonare come una parola chiave per le Pussy Riot - lei esclamò "Russia senza Putin!" - ma quella richiesta in realtà è solo quello che la gente mentalmente e moralmente sana della Russia pensa. Come è scritto nel Vangelo: "L'uomo non deve vivere di solo pane".


Cosa può dirci di questi due anni di detenzione?

Io non posso dire molto, perché è Nadia che ha vissuto personalmente l'esperienza del carcere. Certo la sua detenzione può essere suddivisa in alcuni momenti: il primo, quello in cui vi era una specie di "non resistenza" a quello che stava accadendo. Ma dal momento della pubblicazione della leggendaria lettera del 23 Settembre, fino allo sciopero della fame che ebbe una risonanza internazionale ne scaturì un terzo periodo in cui hanno cercato di nasconderla a tutto il mondo. Per un mese non abbiamo avuto sue notizie, non abbiamo saputo nulla riguardo il suo destino, abbiamo temuto che fosse stata uccisa. Poi abbiamo saputo che era ricoverata nell'ospedale carcerario di Krasnojarsk, dopo questa notizia anche la cantante Madonna cantò pubblicamente una canzone per lei. Ah, dimenticavo il periodo base, quello prima del processo dove Nadia scrisse molto, tra cui i 7 "quaderni dal carcere" coperti da una grafia molto piccola. Proprio in quel periodo è nata l'idea del libro che hanno pubblicato.

Crede che cesserà di esistere l'autoritarismo di Putin? Inoltre, Medvedev ha avuto il coraggio di affermare "non ci sono prigionieri politici in Russia", lei cosa pensa?

Quello che Medvedev dice, significa nulla per il 100% dei russi. Quest'uomo non può essere cattivo, un cameriere di un ristorante può esserlo. Lui è solo un artefatto della Russia moderna. Lui è solo l'amico universitario di Putin. Se quest'ultimo non avesse avuto amici, avrebbe messo sul trono degli "zar di russia" anche un perfetto idiota. Putin sapeva di potersi fidare di Medvedev e gli ha concesso il posto, sapeva che non l'avrebbe tradito.
Nadia disse "Putin è un posto vuoto, non è nessuno". E' esagerato. Putin non è "un posto vuoto". Putin è un "luogo pieno", ma pieno di letame. E' Medvedev il posto vuoto, non è nessuno.
L'autoritarismo sparirà? Non so rispondenre a questa domanda, perché la Russia non è un paese come gli altri paesi europei. A causa del suo clima è come un accampamento situato su una lastra di ghiaccio, in grado di produrre solo olio, e che quindi ha bisogno del sostegno degli altri paesi che fungano da braccio destro. Io credo che abbiamo bisogno di alcune istituzioni democratiche, anche se personalmente preferisco qualcosa di simile alla monarchia come in Inghilterra. Nadia non è d'accordo con questo, lei ha altre opinioni. Nei suoi quaderni dal carcere, nella primavera del 2012, scrisse: «Siamo contenti di essere qui dopo la sentenza. Questo è l'avviso, il campanello d'allarme per contrastare la nostra pazza bestia (Putin): o si "scende in strada" o saremo costretti a vivere qui in un paese dove centinaia di vostri concittadini, calunniati e innocenti prigionieri di coscienza sono custoditi in case di correzione, costretti a mangiare in una ciotola comune e a lavarsi una sola volta alla settimana. Questo è il male, questo è l'invasione del nemico. Mi sono seduta sulla mia cuccetta e non ho mangiato per una settimana. Non mi sono ancora permesse di bere quell'acqua calda. Trovo difficile persino muovermi. Ma ora mi sento come quello che Plotino definirebbe "stato di estasi", l'emanazione dell'individuo.»

«Non siamo il messia, ma chi lo sa, magari le Pussy Riot segnano l'inizio di una nuova era della storia spirituale umana, il secolo della libertà, come profetizzato dai filosofi religiosi russi.»

(immagine da squer.it)

Rossella Assanti  


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Interviste.