Scuola si chiude tra scioperi,sitin e saluti 'distanti'
Pubblica Istruzione Lazio Roma

Scuola si chiude tra scioperi,sitin e saluti 'distanti'

lunedì 8 giugno, 2020

ROMA, 8 GIU - Computer e tablet spenti, oggi, in occasione dell'ultimo giorno di lezione di questo anno scolastico tanto particolare, metà del quale senza il suono della campanella, a causa dell'emergenza Covid. 

I maggiori sindacati della scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno indetto uno sciopero generale del personale per rivendicare - hanno spiegato - il diritto di studenti e docenti di tornare a scuola a settembre in sicurezza. Flash mob, manifestazioni, sit in, tutti rigorosamente rispettando il distanziamento e con guanti e mascherine, si sono tenuti da nord a sud Italia, anche davanti al ministero dell'Istruzione dove si sono riunite circa 200 persone, tra cui alcuni rappresentanti degli studenti. Ma, secondo quanto si apprende, lo sciopero avrebbe avuto un'adesione dello 0,5%. In questa già particolare giornata una grossa polemica l'ha suscitata il consigliere della Lega di Borgo San Lorenzo Claudio Ticci che su fb ha condiviso una fotomontaggio con la scritta dell'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau trasformata da 'Arbeit macht frei' (il lavoro rende liberi) a 'La scuola educa alla libertà'. 

E poi un'altra frase in tedesco, 'Schule macht Frei' accompagnata dalla traduzione in italiano 'La scuola Libera': un modo molto discutibile - e criticato da tutte le forze politiche - per esprimere il dissenso sulle misure che il governo potrebbe assumere per il rientro dei ragazzi a scuola a settembre. Ticci si è poi scusato. La ministra Lucia Azzolina ha affidato ad un post su Fb il suo saluto per l'ultimo giorno di scuola, con l'augurio di ritrovarsi tutti in classe, con le "giuste misure di sicurezza". E in attesa delle linee guida per settembre, la ministra ha chiarito che "il tema della sicurezza a scuola è molto serio e richiede prudenza anche nei giudizi e nei commenti. Nessuno del Comitato tecnico-scientifico, e tanto meno qui al Ministero, ha mai immaginato di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza, come è stato invece raccontato in queste ore, in maniera quanto meno superficiale. 

Ho visto immagini surreali di ragazzi chiusi dentro a strutture simili a gabbie. Questa è disinformazione. Nessuno ha mai pensato a cose del genere". Tornando allo sciopero promosso dai sindacati, l'accusa che viene da loro mossa alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina è quella di non aver messo la scuola al centro dell'azione del governo, oltre ad aver mostrato chiusura al dialogo e ad ogni confronto: ad eccezione dell'aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, i sindacati criticano la mancanza di disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici di prof e degli Ata; sostengono che non sono state accolte le richieste da loro avanzate per garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe nè la promozione di modifiche normative che sottraggano i dirigenti scolastici da responsabilità in merito alla manutenzione degli edifici; sono insoddisfatti anche rispetto alla mancata previsione di un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti le funzioni di Direttori dei servizi generali amministrativi; infine con il concorso che si terrà solo in autunno per la stabilizzazione dei precari, vedono sfumare la speranza di avere i docenti in cattedra dal 1 settembre e paventano la ripresa della scuola con 200 mila supplenti in cattedra. 

"E' troppa la distanza tra quanto necessario alla scuola pubblica per garantire la ripartenza a settembre in presenza e in sicurezza, e quanto assicurato dalla ministra Azzolina", dice Francesco Sinopoli, leader della Flc Cgil. Critiche arrivano anche dall'opposizione. "L'anno scolastico 2019-2020 resterà nella memoria di intere generazioni di studenti perché mai nella storia dell'Italia repubblicana si era vissuta una tale emergenza e una chiusura così prolungata di tutte le istituzioni scolastiche", dice Mariastella Gelmini, capogruppo di FI Italia alla Camera. E Gabriele Toccafondi (IV) sottolinea che "lo sciopero lo dovrebbero fare i genitori più che i sindacati della scuola"


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