Serial killer: Hypnos, l’avvincente romanzo di Vincenzo Mastronardi e Gino Saladini
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Serial killer: Hypnos, l’avvincente romanzo di Vincenzo Mastronardi e Gino Saladini

venerdì 4 ottobre, 2019

ROMA, 4 OTTOBRE 2019 - Un viaggio imperdibile nella mente umana, in un percorso che conduce il lettore nell’ottenebrato ed efferato comportamento omicidiario di un serial killer. Le nefandezze dell’assassino, perpetrate nei confronti di alcune prostituite, vengono compiute nella Vienna di fine Ottocento. Potrebbe esserci un collegamento con un grave fatto di cronaca avvenuto in città, e che ha sconvolto il mondo intero: la morte sospetta del principe ereditario Rodolfo d’Asburgo e della sua amante Maria Vetsera, di appena 17 anni. Tra indagini meticolose, spesso ostacolate o censurate dai poteri forti, e gli agghiaccianti risvolti delle vite dei protagonisti del romanzo, si cerca di risalire alla motivazione profonda degli omicidi multipli per poter tracciare il profilo del responsabile e consegnarlo alla giustizia. Ruolo fondamentale affidato al giovane Sigmund Freud, il quale sembra svolgere la simbolica figura ponte tra i protagonisti del romanzo, entrambi alla ricerca di una bramosa verità. Da un lato il commissario di Polizia Schwarz e dall’altro il sospettato numero uno, l’agente segreto Hypnos. 

 

Il primo romanzo del Professor Vincenzo Mastronardi - Psichiatra, criminologo clinico, docente universitario, ipnoterapeuta, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e manuali di Criminologia - e di Gino Saladini, medico legale, scrittore, criminologo, è già un successo. Il perturbante thriller storico edito da Sonzogno è nelle maggiori librerie dal 5 settembre ed è acquistabile anche online. InfoOggi ha intervistato in esclusiva il Professor Vincenzo Mastronardi. 

 

Prof.Mastronardi, da cosa nasce il desiderio di cimentarsi in un romanzo criminologico?

 “In realtà, essendo il consulente di più registi proprio in ambito criminologico, psicopatologico e di ipnosi, ho ritenuto di accettare la richiesta del coautore del libro il medico legale Gino Saladini, il quale mi chiedeva nozioni scientifiche sulle tecniche di ipnosi clinica e sulla evoluzione delle stesse attraverso oltre un secolo di storia scientifica”. 

Perché la scelta di ricorrere al personaggio di Freud per tracciare il profilo criminale del seriale? 

“Il romanzo ruota attorno ad una intera costellazione di peculiarità storiche; difatti vi troviamo investigazione, segreti di stato, perversioni sessuali con l’intento di colmare un particolare della storia rimasto tutt’ora annidato in un alone di incertezza, quale la morte di Rodolfo d’Asburgo che molti continuano a sospettare sia stato ucciso per motivi legati al suo eversivo credo politico contrario alla corona e quindi alla sua stessa stirpe reale. Il grande Freud, all’epoca con poche risorse economiche, pur essendo in grado di curare le cosiddette “isteriche”, dimostrò i limiti della tecnica da lui utilizzata, che ha subito grosse innovazioni ma aprì le porte ad una rivoluzione copernicana relativa alle psicopatologie”. 

Freud ha collegato la criminalità ad un inconscio senso di colpa che un individuo prova a causa di un non risolto conflitto di Edipo/Elettra. La teoria è valida anche in Hypnos?

“Potrebbe, ma non sveliamo nulla in relazione a quella che è una sfida che lanciamo al lettore, in quale dovrà cimentarsi per scoprire se trattasi di omicida multiplo (Serial Killer nella definizione attuale) della categoria dei serial Killer Allucinati, oppure Missionari, oppure Edonisti, oppure del Controllo del Potere, oppure Lussuriosi , secondo la definizione dell’FBI”. 

Il serial killer del romanzo uccide alcune prostitute in modo sadico. In molti suoi volumi, lei afferma che il sadismo può rappresentare la necessità di affermazione dell’Io, una sorta di riscatto da abusi e violenze. Potrebbe argomentare questa affermazione?

E’ molto semplice: con Robert Stoller possiamo dire che la perversione sadica rappresenta il riscatto del trauma emotivo-sessuale dell’infanzia nel trionfo dell’adulto. Rappresenta una sorta di “odio erotizzato”, che porta all’”orgasmo omicidiario’”.

La prima impressione è che potrebbe trattarsi di un seriale ‘missionario’. Ne è concorde?

“Mi consenta di ribaltare questa domanda ai lettori: sono loro che dovranno cimentarsi in tale compito come se fossero degli investigatori veri e propri e, in questo caso, come investigatori della psiche”.

Nella mente dell’assassino, a livello simbolico, cosa rappresentano le prostitute?

“Persone meritevoli dell’antinomia Amore/Odio”. 

Esiste una correlazione tra la morte delle prostitute e quella del principe ereditario?

“Sicuramente sì. Non è un mistero che il Principe si accompagnasse spesso con delle prostitute e la storia lascia chiaramente trapelare le sue propensioni”. 

I fari sembrano puntati sull’agente segreto Hypnos, il sospettato numero uno degli omicidi. Quali sono i tratti di personalità del personaggio e quali gli aspetti psicologici in comune con il commissario di Polizia?

“La personalità dell’agente segreto Hypnos e quella del commissario, uomo bellissimo e particolarmente affascinante nella sua ambiguità sotto diversi punti di vista, in particolar modo quando la loro aggressività si trasforma in “ostilità” con il loro narcisismo patologico, anche se diversamente orientato in ciascuno di loro. La sessualità in entrambi è molto sviluppata anche se canalizzata in modo perverso nel primo e in modo soltanto particolarmente esasperato nell’altro”.

L’ipnosi sembra avere un ruolo chiave. Sia Freud sia Hypnos utilizzano questo fenomeno nella loro professione. Attualmente, l’ipnosi viene impiegata anche per risalire alle cause della condotta criminale? 

“Sì, anche se parliamo ormai oggi di psicoterapia con intervento ipnotico in cui si è assistito attraverso gli anni ad una costante minimizzazione del ruolo dell’ipnotista a tutto vantaggio delle capacità intrinseche del fattore di maturazione spontanea del paziente (definito Growt), in cui il terapeuta se veramente bravo riesce a fungere da catalizzatore delle parti positive in grado di annichilire sempre più le parti negative del paziente stesso”.

Solitamente, il comportamento omicidiario del seriale è il risultato di più elementi. Quali sono stati i fattori predisponenti e scatenanti che hanno portato il seriale del romanzo a commettere gli omicidi? 

“L’aggressività fa parte di ciascuno di noi, anche se ognuno la canalizza in modo positivo o negativo e in certi casi il “narcisismo patologico” può prendere il sopravvento se non si è riusciti ancora a conquistare quegli standard morali in grado di costruire un equilibrato “super-io” o “coscienza morale” o “giudicante interno”. Il romanzo accompagna il lettore pian pianino ad un grado di piacevole intuizione dei fattori più profondi dell’impulso omicidiario”. 

Oltre all’identificazione del serial killer, quali sono gli altri elementi che ritiene indispensabili affinché il lettore possa addentrarsi nei più oscuri meandri della mente umana?

“Diverse peculiarità relative per esempio all’ipnosi: si può uccidere grazie all’ipnosi? E quali sono i relativi meccanismi intrapsichici che intervengono nel comando post’ipnotico. Ancora, vi troviamo il coinvolgimento della insospettabile sessualità dell’epoca e poi la affascinante vita di Freud, contestato e povero prima, ma ammirato e studiato attentamente poi attraverso i decenni”.

Si ringrazia il Professor Vincenzo Maria Mastronardi

Luigi Cacciatori

 


 


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