Taiwan, la fabbrica dei suicidi apre al primo " vero" sindacato cinese
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Taiwan, la fabbrica dei suicidi apre al primo " vero" sindacato cinese

martedì 5 febbraio, 2013

TAIWAN, 5 FEBBRAIO 2013- A Taiwan assembla componenti base per elettronica di consumo, che diventano smartphone, tablet e comuputer a marchio Apple, Sony, Hewlett Packard, Nokia o Samsung; nel mondo, però, la Foxconn è nota soprattutto per la sua triste fama di "fabbrica di suicidi". Un posto dove 1,2 milioni di lavoratori vivono in condizioni disumane, più volte denunciate alle autorità internazionali, con manifestazioni e scioperi che hanno reso necessaria la sorveglianza continua dell'edificio da parte di paramilitari.


Eppure, da ieri, lo società taiwanese ha dato il via ad una svolta di portata storica per l'intera Cina; perchè sembrerà un paradosso, scrivono su "L'Unità", ma sarà proprio una compagnia così poco illuminata sul trattamento dei dipendenti che permetterà per la prima volta ai suoi impiegati di eleggere direttamente i rappresentanti sindacali.[MORE]


Le elezioni si terranno ogni cinque anni, con voto libero e segreto, e gli operai potranno scegliere non solo il Presidente, ma anche i 20 membri del comitato di Consiglio della Federazione dei sindacati Foxconn. La decisione, comunicata dai dirigenti ai maggiori organi di informazione mondiale, è in realtà frutto dell'intervento della Fair Labor Association (Fla), un'ONG americana cui la stessa Apple si era rivolta quando, nel 2010, l'ondata di suicidi tra i lavoratori della fabbrica conquistò le prime pagine dei giornali.


Dopo anni di controlli e ispezioni, la Fla sarà chiamata a supervisionare le operazioni di voto in 18mila comitati di fabbrica, e a spiegare agli interessati il funzionamento e il ruolo degli organi sindacali a rappresentazione diretta. Ad oggi, infatti, non esiste che un unico sindacato cinese, strettamente controllato dal partito, e i cui rappresentanti sono scelti e nominati dal governo centrale, dalle autorità locali e dalle dirigenze aziendali.


L'impianto, di proprieta' della Hon Hai Precision Industry di Taipei, potrebbe aprire insomma la strada al riconoscimento ufficiale dei numerosi organi sindacali che dopo le violente proteste del 2011 hanno iniziato ad agire clandestinamente, e più o meno tollerati, in numerose fabbriche. E fa quantomeno pensare che una rivoluzione tanto importante sia partita da un'impresa in cui, negli ultimi dodici mesi, almeno nove persone hanno deciso di togliersi la vita.

(immagine da: www.agi.it)

Simona Peluso


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