Unesco, pizza napoletana candidata come patrimonio culturale immateriale
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Unesco, pizza napoletana candidata come patrimonio culturale immateriale

giovedì 26 marzo, 2015

NAPOLI, 26 MARZO 2015 – La Commissione Italiana per l’Unesco ha scelto l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani come simbolo del made in Italy nel mondo. La pizza napoletana è dunque la candidata italiana per l’ingresso alla Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, mentre la falconeria va a Parigi come candidata transnazionale. [MORE]

A renderlo noto, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali: «la Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, presieduta dal prof. Giovanni Puglisi, ha deliberato di candidare «L'arte dei pizzaiuoli napoletani» nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità dell'Unesco per il ciclo 2015/2016.»


Grande soddisfazione per la decisione da parte di Coldiretti, Associazione Pizzaioli Napoletani e della fondazione presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio, che avevano promosso una raccolta di firme che ha toccato quota 300mila.
Pier Luigi Petrillo, estensore del dossier di candidatura L’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani ha dichiarato che si tratta del primo "step" necessario per iniziare il negoziato internazionale che coinvolgerà 163 Stati. Dal 1 Aprile 2015 al 15 novembre 2016 i valutatori indipendenti dell’Unesco esamineranno le due candidature italiane, ed entro novembre 2016 decideranno se riconoscere o meno la pizza e la falconeria come patrimonio dell’umanità. Ad oggi la Lista contiene 6 elementi italiani.


Entusiasta il Ministro Maurizio Martina che ha dichiarato: «La decisione della Commissione Nazionale Unesco ci riempie di gioia soprattutto perché arriva a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Esposizione Universale, a Milano, dedicato ai temi della nutrizione. La scelta del governo italiano di presentare a Parigi, quale unica candidatura nazionale, quella dell’arte dei pizzaiuoli napoletani, rappresenta il modo migliore per riaffermare l’importanza che il patrimonio culturale agroalimentare ha per l’Italia. È una decisione rilevante anche per contrastare quei fenomeni di imitazione di questa antica arte italiana e rilanciare le tecniche tradizionali di produzione, tramandate di generazione in generazione».
«Nell'anno in cui l'Italia e l'Europa ospitano l'EXPO, candidare come patrimonio dell'umanità uno dei simboli più rilevanti del made in Italy è una scelta che rafforza le politiche del governo di contrasto delle contraffazioni ma anche di promozione nel mondo delle nostre tradizioni agro-alimentari – ha proseguito il Ministro- Sono convinto che riusciremo a convincere l'UNESCO che si tratti di un patrimonio da salvaguardare e da valorizzare in tutto il mondo»

Delusione, invece, per la Luminaria di Pisa, la cui candidatura era sostenuta dal Ministero dei Beniculturali. «Hanno scelto sulla scia dell’Expo, che evidentemente e dichiaratamente ha condizionato la decisione – hanno commentato il sindaco Marco Filippeschi e l'assessore alle manifestazioni storiche di Pisa Federico Eligi- Era nell’aria, la nostra proposta stava e sta su un altro piano, molto diverso, della storia e dell’identità di una comunità, di certo qualificante per l’Italia, primeggiava e era portata avanti dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. La gara del valore culturale, dunque, l’abbiamo vinta. Non molliamo. Ci prepariamo al prossimo giro».

[foto: ilgiornale.it]


Antonella Sica

 


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