Venerdi della prima settimana di Quaresima:  Come si ama veramente il Signore.
Parola e Fede Lazio

Venerdi della prima settimana di Quaresima: Come si ama veramente il Signore.

venerdì 10 marzo, 2017

Il Vangelo di oggi ci interpella sul nostro modo di amare il Signore. Noi pensiamo di amare Gesù per la preghierina fatta al mattino e alla sera o per la piccola o grande opera di carità che abbiamo fatto o per il digiuno dalla carne o per quel piccolo fioretto che ci siamo prefissati di fare. Tutte queste possono essere anche forme di amore, esteriori a noi. Quest’oggi, però il vangelo ci dice quale è l’amore gradito dal Signore. [MORE]

Vediamo cosa ci chiede il Signore:


se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

La giustizia degli scribi e dei farisei non è semplicemente quella che loro insegnavano e che spesso si rivelava una palese ingiustizia nei confronti della Legge del Signore e degli stessi profeti; è anche e soprattutto la giustizia che essi attingevano dall’Antico Testamento. Dall’Antico Testamento bisogna entrare nel Nuovo. Le parole di Gesù sono chiare. È il nostro cuore che è confuso. Le parole di Gesù sono luce splendente. È la nostra mente che spesso è tenebra e oscurità pesante.


Ora scendiamo nel concreto: Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.


Chi fa queste cose, di certo non è uno che ha donato la vita per la salvezza dei suoi fratelli così come ha fatto Gesù in croce. È uno che è attaccato alla sua vita. Ma se è attaccato alla sua vita, di certo non è vero discepolo di Gesù. Se dice di esserlo, attesta il falso. È un mentitore e un bugiardo e per questo sarà sottoposto a giudizio, al sinedrio, al fuoco della Geenna.
La verità di Cristo Gesù, il Crocifisso per amore dell'uomo crocifissore, deve essere forma, essenza, stile e comportamento perenne di ogni suo discepolo. Nessuna differenza dovrà esservi tra Cristo Gesù e quanti sono divenuti con Lui una sola vita. L'unica verità del cristiano è Cristo Crocifisso. Il cristiano è vero se rimane sempre crocifisso in Cristo il Crocifisso. Chi si adira, chi dice al fratello: pazzo, o stupido, o altre cose del genere, attesta che è ancora lontano dall'essere crocifisso in Gesù il Crocifisso.


Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.


Se il discepolo di Gesù è uno che deve morire per la salvezza dei suoi fratelli, deve morire prima di tutto nella sua superbia. Muore compiendo un vero gesto di umiltà: abbassandosi dinanzi al suo fratello e chiedendo a lui la riconciliazione. Ogni offerta presentata a Dio è segno della presentazione del nostro cuore. Perché possiamo presentare a Dio il nostro cuore, esso deve essere puro, mondo, riconciliato, in pace, pieno di volontà di bene, ricco di misericordia e di amore.
Un cuore pieno di risentimento, astio, rancore, odio, desiderio di vendetta, richiesta a Dio di pronta giustizia, di certo non è un cuore che si può offrire al Signore. Di questo cuore il Signore non si compiace. Questo cuore Lui non gradisce.
Nella riconciliazione, il cuore si ricolma di pace e di carità, diviene puro e santo, libero e alieno da ogni male e può essere presentato al Signore.


Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!


In questi versetti Gesù indica ai suoi discepoli la via della pace da ricercare sempre, a qualsiasi costo, anche al costo di perdere tutto e la stessa vita. La rinuncia di tutto, ma veramente di tutto, per conservare la pace con i fratelli è la verità che Cristo Gesù ha vissuto interamente sulla croce. A che punto siamo nel nostro cammino? A questa domanda solo noi possiamo rispondere.

Don Francesco Cristofaro


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