Il Cav: «Mi candiderò alle Europee. Servizi Sociali? Pena ridicola»
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Il Cav: «Mi candiderò alle Europee. Servizi Sociali? Pena ridicola»

sabato 15 marzo, 2014

MONTECATINI (PT), 15 MARZO 2014 - Silvio Berlusconi è ritornato in scena e dopo giorni di silenzio mediatico ha annunciato la volontà di candidarsi alle prossime elezioni europee.

La notizia è stata data durante un collegamento telefonico con un convegno di Forza Italia a Montecatini. «Se sarà possibile – ha annunciato il Cavaliere - sarò felice di essere in campo nelle 5 circoscrizioni, che sempre mi hanno dato tra i 600 ed i 700.000 voti ciascuna. Spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea».

L’intenzione del leader di Forza Italia, nonché pregiudicato per frode fiscale ed interdetto dai pubblici uffici per due anni, era stata anticipata ieri dal suo delfino, Giovanni Toti, in un’intervista a La Stampa.

Il consigliere politico del Cav. aveva ribadito che un eventuale stop alla candidatura di Silvio Berlusconi, avrebbe rappresentato una «grave lesione del principio democratico» oltre ad essere un sopruso nei confronti di milioni di italiani, elettori dell’ex Premier.

«Per le politiche – ha aggiunto Berlusconi - si voterà tra un anno, un anno e mezzo al più tardi. C’è tempo arrivare ad organizzare un sufficiente numero di club per il contatto ed il convincimento degli indecisi».

Il leader di Forza Italia è infatti ritornato a parlare degli obiettivi politici del partito, ovvero di allargare la base elettorale mirando alla base grillina, delusa dal comportamento di Grillo e Casaleggio e indispettita dalle infelici espulsioni dei nove senatori.

«Se riuscissimo a convincere - spiega Silvio Berlusconi alla platea riunitasi per il convegno a Montecatini - attraverso il contatto personale tutte queste persone, ciò ci consentirebbe di vincere alla grande, magari anche con Forza Italia da sola. Così potremmo formare un governo con i soli nostri ministri e fare quelle riforme che in passato gli alleati non ci hanno consentito di approvare per modernizzare il Paese».
 

Proprio questa è l’intenzione dell’Italicum, le cui alte soglie di sbarramento denotano la volontà di Berlusconi e Renzi di liberarsi dalle catene politiche dei piccoli partiti.

Difatti Silvio Berlusconi non ha, ancora una volta, fatto mancare un attacco nei confronti dell’ex fedelissimo, Angelino Alfano, dichiarando: «I piccoli partiti non ragionano mai guardando l’interesse generale del Paese. Purtroppo i piccoli partiti rincorrono solo le ambizioni personali dei loro piccoli leader».

Il Partito Democratico però non ha per niente gradito l’uscita di Berlusconi. E’ chiaro infatti che il leader di Forza Italia non è candidabile per due motivi: l’interdizione dai pubblici uffici e la Legge Severino, ovvero quel provvedimento giuridico varato dal governo Monti che lo ha fatto fuori dal Senato e che non gli permetterà di candidarsi per nessuna carica politica fino al 2019.

«Il nostro è ancora uno stato di diritto – dice il deputato PD Danilo Leva - in cui le leggi si rispettano e si applicano. Quindi in base alla normativa del 6 novembre 2012 n.190, nota come legge Severino, Silvio Berlusconi non è candidabile per effetto della condanna definitiva per frode fiscale».

Berlusconi è poi tornato a commentare la condanna del primo agosto 2013 della Cassazione, mentre si attende il verdetto della magistratura sulla pena che dovrà scontare.

«Attendo la decisione del 10 aprile, e cioè di sapere se dovrò andare in carcere, ai domiciliari o ai servizi sociali, quest’ultima è una soluzione ridicola per una persona della mia età, una persona di stato, di sport e di impresa: è ridicolo, sia per me sia per l’Italia, riabilitarla attraverso l’assistenza sociale. Attendo anche la sentenza della Corte Europea». [MORE]

Sergio Sulmicelli

foto da ilfattoquotidiano.it
 


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