Addio a Francesco Rosi, ecco le frasi celebri del maestro de "Le Mani sulla Città"
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Addio a Francesco Rosi, ecco le frasi celebri del maestro de "Le Mani sulla Città"

sabato 10 gennaio, 2015

NAPOLI, 10 GENNAIO 2015 - Ci ha lasciati oggi Francesco Rosi (92 anni), regista e sceneggiatore  pluripremiato ma soprattutto grande raccontatore di storie sulle croci e le aquile dell'Italia del dopoguerra.

Il suo cinema era vero, semplice ed efficace, come una freccia puntava diritto al cuore, e soprattutto alla coscienza di un popolo e di una società in preda al cambiamento.

Noi, lo vogliamo ricordare con le sue parole, quelle pronunciate da lui e quelle pronunciate dai protagonisti dei suoi più celebri capolavori.[MORE]

Buona lettura:

"Perché sono un regista? Perché voglio più di ogni altra cosa realizzare film? È un bisogno? Una necessità finanziaria? Un piacere? Tutte queste cose insieme. È una necessità finanziaria. È un piacere. E, di quando in quando, non è affatto un piacere! Ma è soprattutto un'esigenza che ho sentito abbastanza presto: è quello che ho sognato di fare da quando avevo quattordici anni. Ho sempre sognato di fare il regista. [...] Con il succedersi dei miei film, mi sono reso conto che, effettivamente, il cinema si era impadronito completamente della mia esistenza. Penso che non si può essere un creatore se non si è completamente posseduti da qualcosa."

"L'arte si accompagna sempre a una sofferenza. È un tormento e nello stesso tempo una gioia. Si passa, molto velocemente e intensamente, da momenti di gioia ed esaltazione a momenti di depressione e di dubbio, continuamente. Non si è mai sicuri di aver raggiunto la verità di quello che si voleva dire, mai certi di essere capaci di assumersi la responsabilità del legame fra sé e gli altri. Non si può essere solitari. La creazione in origine è certamente un atto solitario, ma l'oggetto della creazione appartiene a tutti, è un oggetto sociale. Essere creatore deriva da questa esigenza: ci si rende conto di avere una responsabilità nei confronti di tutti, e occorre assumersela completamente, malgrado i dubbi e le sofferenze."

"Ho lavorato con un buon numero di attori famosi [...] E credo di averli sempre aiutati perché li ho sempre amati. Se non amo l'attore che scelgo non è possibile per me realizzare un film."

"Un film incide in maniera limitata sulle situazioni reali. Ma qualcosa lascia nelle coscienze. Ne sono del tutto convinto; e, pur senza farci illusioni, senza mitizzare il nostro mestiere, sono della medesima opinione gli autori che si dedicano a un cinema "partecipante" se non proprio "militante" (e in tale categoria metto Prova d'orchestra di Fellini). Abbiamo contribuito, con le nostre riflessioni, analisi, descrizioni di comportamenti, alla politica del paese. I governanti italiani, proprio per questo, non hanno mai amato veramente il nostro cinema e, di fatto, si sono rifiutati di aiutarlo. Eppure, esso è stato fra le poche cose valide che abbiamo esportato. Certo, un film non avrà mai le possibilità che sono proprie di altri meccanismi di persuasione. Ma esprime, se non altro, una volontà di intervenire in cose che ci riguardano da vicino. La politica la devono fare solo i politici di professione, forse? No; la dobbiamo fare tutti e spesso i cineasti, come gli scrittori, sono riusciti a precedere i politici."

Dal film "Mani sulla Citta" (1963)

"Quello è l’oro oggi. E chi te lo dà? Il commercio? L’industria? L’avvenire industriale del Mezzogiorno, sì! Investili i tuoi soldi in una fabbrica: sindacati, rivendicazioni, scioperi, cassa malattia. Ti fanno venire l’infarto cu sti’ cose."
(Nottola ai suoi collaboratori)

Dal film "Uomini Contro" (1970)

"Basta. basta di questa guerra di morti di fame, il nemico è quello lì
dietro di noi."

(Il Tenente Ottolenghi)

"Queste cose qui (le rivoluzioni) o si fanno come si deve, o non si fanno!"
(Il Tenente Ottolenghi)

"Quando vedi la guerra in faccia non ne hai voglia di parlarne!"
(Il sottotenente Sassu)

"Desidererei una vera pace!"
(Il sottotenente Sassu)

Dal film "Il Caso Mattei" (1972)

"Io sono un tecnico, non mi occupo di politica."
(Ingegner Ferrari)

"Senta, non si dimentichi di scrivere che per Enrico Mattei il petrolio è un hobby, il vero lavoro è questo qui: la pesca."
(Enrico Mattei)

"Lei crede di avere delle opinioni personali molto precise nei nostri confronti e invece anche lei è influenzato, come dire: teleguidato."
(Enrico Mattei)

Marcella Cerciello [cinemarcy blog]


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