C'erano una volta gli scarti di Morricone. Che Leone amava
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C'erano una volta gli scarti di Morricone. Che Leone amava

venerdì 4 marzo, 2011

NAPOLI 5 MARZO - Per un pugno di scarti di Ennio Morricone, il regista Sergio Leone nutriva grande considerazione. A rivelarlo è lo stesso compositore in occasione della presentazione dell’edizione in Blue-ray di uno dei capolavori del compianto autore, morto nel 1989: “C’era una volta in America”, a cura della Warner Home Video, comprensivo di extra e approfondimenti sul regista. [MORE] Morricone ha anche spiegato di aver rifiutato alcune colonne sonore, come quella di “Per un pugno di dollari”, celebre film della “Trilogia del Dollaro” dell’accoppiata Leone-Eastwood (Morricone ne firmò le musiche con lo pseudonimo “Don Savio”). La stessa casa di distribuzione pubblicherà una serie di titoli di sicura attrattiva per gli amanti del grande cinema in alta definizione: "Arancia Meccanica Edizione Speciale 40° Anniversario" sarà il prossimo, mentre, sempre diretti da Kubrick, seguiranno poi "Barry Lyndon'" e "Lolita".

La presentazione è avvenuta il 3 marzo presso la Sala Deluxe della Casa del Cinema di Roma. Il Maestro si è anche diffusosul proprio rapporto con i registi. A detta di Morricone, il lavoro sarebbe più agevole quando il regista che gli richiede le prestazioni è anche un amico, poiché nei rapporti schietti si ha la possibilità di comunicare senza troppi fronzoli. In proposito Morricone ha ricordato come il regista Giuseppe Tornatore lo avesse fatto contattare da Cristaldi, facendolo così sentire su un piedistallo. Altri ancora non lo chiamerebbero ritenendolo spompato dopo 50 anni di attività. Altri, infine, ne temerebbero il decisionismo: a buon diritto, ha commentato Morricone suscitando i sorrisi dei presenti alla Casa del Cinema.

Su “C’era una volta in America”, Morricone ha anche descritto la tribolata genesi della colonna sonora, soffermandosi sull’incertezza iniziale di Leone, che ne aveva affidato il tema ad una cantautore – di cui il compositore non ha voluto fare il nome – per poi bocciarne il lavoro, scappandosene a gambe levate. Arrivò allora Morricone con un tema frattanto scritto a Los Angeles per il film di un famoso regista – ma anche qui è stato mantenuto il massimo riserbo – col quale poi il compositore non collaborò più, essendogli stato chiesto di ricavare il tema da una canzone di Lionel Richie da far cantare a Diana Ross. Morricone, infatti, preferiva essere del tutto autonomo: presentò allora il “tema di Deborah” a Leone, che accettò immediatamente.
 

ANTONIO MAIORINO


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