Demagogia e rivelazione
Fantasticherie del cuore Calabria

Demagogia e rivelazione

venerdì 27 novembre, 2015

27 NOVEMBRE 2015 - In questa nostra società sua Maestà Demagogia vince più volte ogni battaglia di potere su chi vuole abbattere il suo regno, superando di poco Sua Maestà Indifferenza e Sua Maestà Maldicenza, da secoli in lotta per contendersi il primato sulla testa degli uomini. Le tre “nobili concorrenti” si collocano nei posti chiave della società, in relazione alla variabilità del cuore e della mente di una comunità. D’altronde queste movimentate pretendenti sono per natura interconnesse tra di loro. Si capiscono in tutto, insomma!  [MORE]

Sanno di avere in pugno ogni essere umano e abusando della sua debolezza fanno di tutto, con modi diretti e indiretti, per spingerlo a rovinare se stesso e di riflesso ad inquinare l’intera collettività. Le facili promesse, tipiche oggi di un certo sistema di potere in ogni Paese, rappresentano un cancro velenoso per la stabilità democratica di un qualsiasi contesto sociale, grande o piccolo che sia. Il demagogo è l’espressione di una rivelazione inquinata dell’uomo, pronta nel tempo a minare la solidità strutturale che circonda una collettività. Le azioni e le scelte di ognuno rivelano un qualcosa del proprio modo di essere e del porsi davanti al prossimo. Scegliere una via anziché un’altra è quindi rivelazione. Dire una parola anziché un’altra è sempre rivelazione. Compiere un gesto anziché un altro è chiara rivelazione. Fare o non fare una cosa, dire o non dire una cosa è per tutti rivelazione. Cristo stesso è rivelazione quando parla e testimonia con la sua vita in ogni attimo del suo agire.

Sullo sfondo prende forma di fatto il pericolo crescente di un populismo penale, capace di far arretrare la società verso strane idee di vendetta e nuovi indirizzi razziali, come ha sottolineato questa estate in una Lectio Magistralis all’Università di Catanzaro il Presidente Luciano Violante, mutuando il pensiero di Papa Francesco. Così il Santo Padre:“Non si cercano soltanto capri espiatori che paghino con la loro libertà e con la loro vita per tutti i mali sociali, come era tipico nelle società primitive, ma oltre a ciò talvolta c’è la tendenza a costruire deliberatamente dei nemici:figure stereotipate, che concentrano in sé stesse tutte le caratteristiche che la società percepisce o interpreta come minacciose. I meccanismi di formazione di queste immagini sono i medesimi che, a suo tempo, permisero l’espansione delle idee razziste”.
La vicenda di Gesù e Barabba è un triste esempio di populismo penale.
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Egidio Chiarella
www.egidiochiarella.it
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