"Elysium" di Neill Blomkamp, fantascienza di ghetto per tutti
InfoOggi Cinema Campania

"Elysium" di Neill Blomkamp, fantascienza di ghetto per tutti

sabato 14 settembre, 2013

ELYSIUM DI NEILL BLOMKAMP, LA RECENSIONE - Se esistesse il filone della ghetto sci-fi, Neill Blomkamp sarebbe seriamente candidato a diventare il rappresentante più convinto. Dopo il futuristico apartheid di District 9, il regista sudafricano bissa nel proprio genere di elezione con uno spunto in parte simile, ma con una declinazione di tutt’altro tipo. Che di ghetti si parli, si capisce, per contrasto, dal titolo stesso del film: Elysium è una piattaforma spaziale per pochi nababbi, nell’anno 2154, mentre una vasta umanità proletaria è parcheggiata su di un pianeta Terra piuttosto diroccato. E non è solo questione di panorami: solo su Elysium, infatti, si possono curare certe malattie, grazie a delle capsule rigeneranti, simil-tostapani come se ne sono visti a iosa nei film di fantascienza, anche recenti, da Source Code ad Avatar. [MORE]

Max Da Costa (Matt Damon) è un operaio: lo sfruttano, ma è pur sempre un lavoro. Una suora gli aveva predetto, da bambino, grandi cose, che però non sembrano arrivare. Arrivano, invece, un po’ di guai, soprattutto quando incorre nel classico incidente sul posto di lavoro (del futuro), che lo espone a radiazioni letali. Potrebbe salvarsi su Elysium, ma le frontiere della stazione orbitante sono vigilate da agguerrite pattuglie capitanate dal Ministro della Difesa Jessica Delacourt (Jodie Foster), disposta a servirsi – contro la volontà del Presidente – anche di tipi poco raccomandabili pur d’impedire ogni tentativo d’immigrazione. Max intraprende una missione impossibile ed illegale, con tanto di rapimenti, per salvarsi la vita: ma si troverà, poi, a dover salvare anche la vita della figlia di una vecchia fiamma (Frey, Alice Braga) e dell’umanità intera.

CANTO L'ARME MA NON GLI AMORI - Eppure, il film sceglie la via di un disperato action movie, piuttosto che certa sottigliezza sociologica e certo spessore psicologico dell'opera prima di Blomkamp. Da un lato, la storia se ne giova, evitando rischi di mielosità in stile Upside Down, del tipo “Romeo e Giulietta nel duemilaequalcosa”; inoltre, se ne guadagna in ritmo, con un effetto incalzante sottolineato da riprese a mano, tratti di montaggio forsennato, soundtrack incalzante. D’altro canto, per larghi tratti quest’abdicazione a sparatorie, fughe, rese dei conti ed affini, col maquillage impeccabile di corazze e protesi, appare radicale, e forse riduttivo: ne vien fuori una fantascienza para-militare, in cui gli intrighi politici sono di mero contorno (Jodie Foster scogliona\spodesta in men che non si dica il MegaPresidente) ed il rapporto tra i due protagonisti appare privo di tensione emotiva – dettato, come sembra, da qualche ricordo ed un po’ di pietà – nonché poco efficace nel creare un sottofondo di umanità nella vicenda. Il disadattato diventato eroe timbra il cartellino dell’impresa: tanto è vero che quando partono i flashback dell’infanzia di coppia, con tanto di musica new age e pianto di lei, vien da dire “caspita, forse si amavano”.

SPIDER-MAN - Presi atto dell’impossibilità di assurgere all’Elisio di un’originalità e di una mole artistica sopra le righe – e District 9 aveva invece saputo distinguersi in tal senso – si potranno comunque apprezzare i più terrestri crismi di una fantascienza spettacolistica e movimentata, in cui gli scenari sono ammirevoli non solo quando fiammeggiano astronavi e mezzi d’avanguardia, con ariosità e respiro degli ambienti, ma anche quando ci si aggira tra i suoli polverosi della Terra, cosparsi di stracci, percossi da un’aria che si direbbe marcescente, calpestati da bimbi di plebaglia e capibanda attorniati da bravacci: il paradiso può attendere. Dannata, ma è pur sempre la Terra: tanto è vero che a spingere per un reboot di Elysium egualitario e democratico, attraverso la missione illegale di Max, altri non è che Spider (Wagner Moura), un candidato presidente lercio ed ambiguo che penseresti piuttosto al comando di un cartello di droga.

LE TANTE FACCE DI ELYSIUM - Ed a proposito di cattivi e dintorni, oltre che di dintorni cattivi, piace il villain che villain non è, ma che è semmai un autentico villano, che cuoce salsicce e lancia birre dai tetti, e la cui cattiveria ha la forma di un insano istinto del guerriero. Sharlto Copley nei panni del mercenario Kruger, strumentalizzato, duro e inaffidabile come Jena Plissken\Kurt Russell delle distopie di Carpenter, ma con l’etica del sadico, ingaggia duelli alla Tron e bracca con l’ostinazione di un bounty killer. Che il misurato ma coerente make up del film sia tra i punti di forza, lo dimostra l’impressionante scena di ricostruzione facciale dello stesso Kruger, manco fosse Freddy. Tre secondi che valgono più delle scene con i pur simpaticamente sferraglianti robottoni di guardia, fratelli poveri di Pacific Rim – o se si preferisce, pronipoti ricchi di Robocop.

Elysium di Neill Blomkamp sfonda magnificamente nella fantascienza tiepida, quella che non osa ma che è fatta bene, e se da un lato conferma la stoffa del regista sudafricano, dall’altro, certo, non ne rappresenta i Campi Elisi della grazia creativa.

Titolo originale: Id.
Interpreti: Matt Damon, Jodie Foster, William Fichtner, Alice Braga, Sharlto Copley, Diego Luna, Michael Shanks, Carly Pope, Faran Tahir, Talisa Soto, Ona Grauer, Wagner Moura, Jose Pablo Cantillo, Adrian Holmes, Maxwell Perry Cotton, Terry Chen
Origine: USA, 2013
Distribuzione: Warner Bros.
Durata: 109'


Antonio Maiorino
Critico d'arte e di cinema
Follow on
Twitter


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
InfoOggi Cinema.