Il docufilm dei Crusaders Cagliari destinatario di due nominations a Palermo e a Milano
Football Americano Sardegna Cagliari

Il docufilm dei Crusaders Cagliari destinatario di due nominations a Palermo e a Milano

mercoledì 19 ottobre, 2022

CAGLIARI, 19 OTTOBRE 2022 Incredulità, stupore, voglia di gridare “evviva” in un’immensa valle dell’eco. E se qualcuno obbiettasse con il classico “Ti stai facendo un film”, il clan dei Crusaders Cagliari opporrebbe una fragorosa risata e un “sì” dalla vocale prolungatissima.

A questo punto ricapitolare è il minimo: il docufilm NOI che celebra il trentennale dei Crusaders, il club di Football Americano cagliaritano, realizzato dal filmaker Stefano Sernagiotto, con la collaborazione di Battista Battino, raccoglie ben due nomination in un paio di giorni.

La prima è arrivata da Palermo, dove dal 7 al 13 novembre 2022 si terrà la fase conclusiva del Paladino d’Oro Sport Film Festival, giunto niente meno che alla sua edizione n. 42. Inserito nella categoria Best Documentary se la vedrà con altri quattro colossal girati in Francia, Serbia, Germania e Stati Uniti.

Ma anche nel nord Italia la visione dell’opera ha prodotto forti vibrazioni alla Giuria Internazionale di “Sport Movies & tv 2022 – 40th Milano International Ficts Fest”, denominato anche Campionato Mondiale della Televisione, del Cinema, della Cultura e della Comunicazione sportiva.

In questo caso la nomination concorre all’assegnazione della “Guirlande d'Honneur 2022” o della “Mention d’Honneur 2022”: in pratica una delle due onorificenze che saranno consegnate il 13 novembre 2022 durante la cerimonia di premiazione, potrà essere gelosamente custodita dal presidente cagliaritano Emanuele Garzia. Nei trentadue anni di esistenza lui ha conosciuto tutti gli stadi che abbracciano la disciplina: dal semplice giocatore neofita, fino alla massima carica dirigenziale, ora associata anche al ruolo di delegato regionale della FIDAF (Federazione Italiana di American Football).

“In entrambi i concorsi siamo stati individuati tra un’infinità di produzioni – gioisce Garzia – e non paghi di questo, siamo finiti addirittura tra le nominations. Non nascondo che tali riconoscimenti ci ripaghino per il lavoro ed i sacrifici fatti, è stata riconosciuta la bontà di un prodotto magicamente assemblato da un autentico professionista qual è Stefano Sernagiotto che pur avendo pochissime risorse a disposizione è riuscito a sfornare quasi un’ora di immagini e testimonianze magistralmente codificate, schedate e spiegate con la grafica da un altro professionista chiamato Battista Battino”.

L’intero movimento nazionale del Football Americano beneficerà dell’ottima vetrina: “Il Football Italiano merita molta più considerazione – continua Garzia – e ritengo che NOI sia un ottimo strumento per accalappiare nuovi appassionati”.

L’idea di celebrare il trentennale attraverso il contributo di interviste ai leaders più rappresentativi della storia che annovera il successo di due Nine Bowl e tanto altro è stata stuzzicata dal covid che ha impedito l’allestimento dei festeggiamenti tradizionali. “Tutto è cominciato per gioco e mai ci saremmo aspettati che uscisse un lavoro di questo genere – rimarca il presidente - ma la bravura di Stefano nel pungolare i protagonisti ha fatto uscire fuori peculiarità e personalità dei giocatori, dirigenti, che hanno toccato le corde delle giurie”.

Garzia non si sente completamente appagato: “La speranza non muore mai, ma essere nominati è tanto, hanno visto la bontà del prodotto e i suoi contenuti che abbracciano l’autentica cultura dello sport. Non è facile restare a galla per così tanto tempo, però quando si creano forti e durature amicizie tutto è possibile e si tagliano pure traguardi importanti. Il docufilm corona i sacrifici quotidiani espressi sotto la pioggia, sotto il sole, conditi da vittorie e sconfitte, ma col fondamentale risultato di essere sempre presenti nello scenario del football”.

STEFANO SERNAGIOTTO: “GRANDI AMICIZIE, RISULTATI IMPENSABILI”

Non dimenticherà mai le lunghe chiacchierate con la telecamera accesa. A tu per tu con personaggi di spicco che hanno riassunto lustri di selvaggia competizione o di imponenti successi, intervallati da momenti luttuosi tali da lasciare un segno profondo negli animi crociati. Dopo ore trascorse a riascoltare, tagliare, asciugare immagini per renderle maggiormente accattivanti, al regista Stefano Sernagiotto come se tutti quei profili raccontati fossero anche suoi grandi amici. E il suo primo pensiero lo rivolge a Michelone De Virgiliis, a Massimiliano Antonino e a tutti gli altri crociati prematuramente scomparsi a cui è stato dedicato NOI.

Stefano, cosa ne pensi di queste nominations?

Visti i trailers, i registi, le storie, le grosse produzioni, essere là in mezzo sembra incredibile. Dal momento che sono un uomo di sport vorrò gareggiare fino in fondo. Ma anche se non ci avessero nominato saremmo rimasti comunque contenti per essere stati selezionati. Era già un bellissimo traguardo.

In questi mesi ti sei messo a spulciare le produzioni in concorso?

Partecipano pezzi da novanta, lo si nota subito guardando i trailers; e noi siamo gli unici italiani nella cinquina palermitana. Penso a quanto l’immagine del football verrà amplificata. Non mi aspettavo di competere con altre discipline molto più gettonate delle nostre. E poi rabbrividisco nel pensiero che dalla Sardegna siamo chiamati a competere con esperti di tutto il mondo.

Quando le emozioni del momento diminuiranno d’intensità, che cosa ti rimarrà impresso di questo lavoro?

La sfida nel provare a raccontare la scommessa di questi ragazzi che non riuscivano a stare senza casco e shoulder. Non hanno mai mollato, ci credevano, come dei marziani piovuti dal nulla. Un entusiasmo inenarrabile li ha portati a giocare in appezzamenti di terra disseminati di tombini, ad affrontare improbabili trasferte, ma a furia di insistere sono arrivati due Nine Bowl.

E poi hai capito un’altra cosa fondamentale..

Si, che dopo trent’anni i Crusaders ci sono sempre grazie ad una forte amicizia. Da giocatore di basket, quando a quindici anni sono arrivato a Cagliari, ho avuto la fortuna di stringere un forte rapporto con Matia Pisu che poi ha preferito il Football. Fu il mio punto di riferimento, come lo è tutt’ora per tutti quelli che hanno vestito la maglia crociata. Nel film i sentimenti più autentici affiorano perché i protagonisti non fanno altro che raccontare la nuda realtà.

Ti ha dato una grossa mano Battista Battino

Con lui ho trascorso notti insonni su zoom. Mi ha dato informazioni su tutti i giocatori e gli eventi agonistici più significativi. La definirei la memoria storica dei Cru, davvero fondamentale il suo ruolo. E poi è bravissimo sia come grafico, sia come fotografo. Come lui la dirigente Giulia Congia che ha messo in campo un’infinità di scatti. Ma sono stati fondamentali tutti i protagonisti che parlano nel documentario.

BATTISTA BATTINO: “QUESTO FILM SPACCA, ASPETTIAMO CHE LO VEDANO GLI ADDETTI AI LAVORI”

 

Nonostante la Gallura appaia una terra lontana, Battista Battino è come se abitasse a Cagliari. Non si perde una virgola delle vicende nerorossoargentee e figuriamoci qual è il suo stato d’animo da quando ha saputo delle nominations. Anche perché da ottimo navigatore del web, in tempi non sospetti, aveva cominciato a dare uno sguardo alle opere in concorso senza nascondere una certa meraviglia: “Appartengono a case di produzione grandissime – dice - robe impressionanti che sembrano fiction; noi in confronto siamo gli ultimi arrivati, budget faraonici contro una storia familiare; evidentemente il grandioso docufilm di Stefano Sernagiotto è riuscito a toccare il cuore di chi non è appassionato di Football; e non nascondo l’enorme sorpresa mista a gioia indescrivibile”.

L’orgoglio di aver contribuito al successo del documentario attraverso il suo impavido intervento da sommozzatore di archivi c’è ma: “Ho contribuito in minima parte, i meriti vanno a Stefano, bravissimo filmmaker. Diciamo che ho fatto da guida nel mondo Crusaders dandogli anche un supporto morale; oltre a fornire le foto, curare la parte grafica, ho indossato le vesti da consulente per spiegargli un mondo di cui ho fatto parte pure io. La collaborazione è stata intensa, vedere tutto il materiale montato ha reso bene l’idea delle atmosfere che si vivevano nei vari periodi raccontati”.

Ci tiene a mettere in evidenza un altro aspetto: “Al di fuori di noi non l’ha visto nessuno – conclude Battista Battino - e molte franchigie vorranno imitarlo, perché il racconto che si sviluppa è comune a tutte le realtà italiane, con storie di amicizie e di legami. Sono certo che quando sarà visibile a tutti farà tanto scalpore. Non vedo l’ora che ciò accada”.

Nella foto di Battista Battino il regista Stefano Sernagiotto


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