Intervista ad EuJenia: debutta con "Amami Boy" la nuova Beyoncè italiana
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Intervista ad EuJenia: debutta con "Amami Boy" la nuova Beyoncè italiana

sabato 9 agosto, 2014

GENOVA, 09 AGOSTO 2014 - EuJenia, classe 1987, è una ballerina e cantautrice piemontese cresciuta a suon di r&b, hip & hop sognando l'America e dive del calibro di Beyoncè.

Si avvicina, fin dalla tenera età al mondo dello spettacolo studiando danza e perfezionandosi alcuni anni dopo presso la S.P.I.D. Dance Academy. La sua passione sconfinata per l’arte la spingono a cimentarsi anche con il canto senza mai dimenticare il suo primo grande amore: la danza. L’esperienza in musical del calibro di “We Will Rock You” e “Jesus Christ Superstar” le hanno permesso non solo di perfezionarsi, ma anche di crescere sia umanamente che professionalmente fino al grande salto.

Eujenia, infatti, quest’anno è stata scelta da Paolo Meneguzzi come open - act dei suoi concerti in giro per l’Italia. Un’occasione importante per presentare al grande pubblico il suo debutto discografico “Amami Boy”, una sfida per il mercato italiano per una giovanissima cantante che sogna di diventare la nuova Beyoncè italiana!

Proprio in vista dell’uscita di “Amami Boy”, EP di debutto pubblicato lo scorso 22 Luglio, ho raggiunto EuJenia per un’intervista per i lettori di InfoOggi. Una piacevolissima chiacchierata in cui ha raccontato gli esordi, gli artisti preferiti e quelli che più di tutti sono fonte di ispirazione. Ma non solo. Si è chiacchierato del presente, dell’esperienza con Paolo Meneguzzi e delle prossime sfide.

Quando e come la musica è entrata a far parte della tua vita?

«La musica è stata sempre presente nella mia vita. Ho cominciato a studiare danza e canto fin dall’età di 4 anni. Crescendo ho deciso di approfondire queste arti frequentando un’accademia di Spettacolo a Milano. Da autodidatta ho studiato come comporre il testo e la melodia di un brano, come usare i sequenzer come logic, le batterie e scegliere il sound più adatto alla mia personalità. Poi sono arrivati i primi provini e le prime soddisfazioni professionali: ho preso parte al musical “We will rock you” incentrato sulle canzoni dei Queen come ballerina professionista e poco dopo anche in “Jesus Christ Superstar”. Poi è arrivato il canto: in realtà mi presento ad un provino in cui cercavano una ballerina - corista per il tour di un cantante italiano famoso. Solo dopo averlo vinto scopro che si tratta di Paolo Meneguzzi, con cui è nata questa collaborazione. Sono quattro anni che collaboro con lui e quest’anno mi ha gentilmente dato una grande possibilità: aprire i suoi concerti. Un’occasione davvero importante perché comincio a farmi conoscere al pubblico come solista.
La musica è da sempre una mia grande passione e sono felice di essere riuscita a trasformarla nel mio lavoro. Inoltre grazie al tour con Paolo Meneguzzi ho capito che il mio vero obiettivo è quello di fondere insieme musica e danza.»

Parliamo proprio del Tour con Paolo Meneguzzi. 

«E’ un’emozione fortissima ogni volta che salgo sul palcoscenico. Solitamente durante i live passati sul palco ero una figura dietro l’artista, mentre quanto presenti da sola il tuo pezzo, peraltro scritto con le tue mani, c’è davvero un’emozione unica. Non sai se la se gente ti capirà, se il pezzo incontrerà il favore del pubblico, anche se finora sto ricevendo tantissime risposte positive. Molte persone mi scrivono messaggi post concerto attraverso i social e c’è chi si ferma a chiedere una foto e a salutare. Paolo è un’artista molto generoso, non è facile trovare un’artista che ti lascia questo spazio. Peraltro lui mi ha visto crescere sia professionalmente che umanamente in questi quattro anni.»

Il primo disco acquistato? «Mmmm fammici pensare…il primo disco di Lauryn Hill.»

Beyoncè? La mia fonte di ispirazione

Quali sono gli artisti da cui trai ispirazione?

Per me la numero uno, la perfezione sotto tutti i punti di vista è Beyoncè. E’ un’artista completa a 360°, è al massimo in tutto: danza, canto, cura i video, i testi ed è imprenditrice di se stessa. E’ una professionista completa ed è la mia fonte di ispirazione. Anche io, nel mio piccolo, sto cercando di fare lo stesso curando la regia, l’editing e tutti gli aspetti che ci sono intorno ad un progetto discografico. Se uno ha delle idee in testa deve sapere come dirle ai professionisti con cui ci si trova a lavorare. Il problema è che in Italia non c’è ancora questa cultura. Guardiamo la carriera di Jennifer Lopez: prima è diventata una ballerina professionista e poi dopo è iniziato tutto il resto. Il mio progetto si rivolge verso il mondo della musica hip hop commerciale, poco presente nel mercato e nella cultura italiana, ma da quello che vedo e da quello che mi scrivono dopo i concerti molte persone hanno voglia di un progetto di questo tipo in italiano. Per questo motivo ho deciso di scrivere le mie canzoni in italiano, sicuramente è più difficile, ma io sono italiana!

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Il debutto con "Amami Boy": mi rappresenta al 100%

Arriviamo al presente: come è nato "Amami Boy"?

«Da circa 2-3 anni cercavo di tirare fuori dei pezzi in italiano. In realtà ne ho scritti molti di più così ho fatto una selezione, lasciando nel cassetto alcune tracce che da settembre tireremo fuori. Per il mio primo EP “Amami Boy” ho selezionato quattro brani completamente diversi tra loro come sound ed arrangiamento. Sono quattro sfumature del mio carattere. In Italia per esempio se si pubblica un album solitamente viene richiesto che tutti i pezzi siano omogenei tra loro, all’estero invece non sempre si pubblica un concept album. Cosa fondamentale ed importante è amalgamare il tutto sul palcoscenico e nei videoclip.»

Qual è il brano che più ti rappresenta?

«Al 100% : AMAMI BOY, il primo singolo, perché ha una forte melodia e si muove di più rispetto agli altri pezzi complice una batteria elettronica che richiama la musica R&B e strizza l’occhio al sound americano.»

Come mai oggigiorno tutti vogliono cantare?

«Se decidi di fare questo lavoro è per tirare fuori delle emozioni che a parole non riesci ad esprimere. Ho grandi difficoltà a condividere le mie emozioni, spesso mi viene il magone…quando canto, invece, è tutto diverso. Mi viene più facile scrivere e cantarle le mie emozioni; scrivere di situazioni che vivono ragazzi e ragazze della mia età cercando di dar loro un punto di vista su un determinato argomento ed è bello poi sentirsi dire “posso fare anche io così”. Le canzoni servono proprio a questo: quando siamo tristi o felici ascoltiamo una determinata canzone. Tutti vogliono cantare oggi giorno, anche se il termine “cantante” andrebbe ridimensionato ed usato con parsimonia. Anche io fino all’anno scorso non mi definivo una cantante, ma una corista. Adesso che sono partita con un progetto discografico e sono impegnata con vari live in giro per l’Italia posso definirmi tale. Oggi la musica è cambiata: ci sono i talent, programmi che fanno credere ai ragazzi che nel giro di un mese ti conosce tutta l’Italia. Non sono altro che uno specchietto per l’allodole, sono utili certo, ma bisogna stare attenti. Anche io ho provato a parteciparvi: ho tentato “Amici” e l’anno scorso ero arrivato a buon punto, ma niente. Ci ho riprovato anche quest’anno, ma è importante non avere il chiodo fisso dei talent. Bisogna andare avanti per la propria strada, certo i talent sono diventanti importanti per emergere più velocemente visto che in pochi mesi si fa quello che generalmente faresti in un anno di lavoro, ma bisogna arrivarci preparati. La gavetta resta fondamentale per resistere in questo ambiente, come è importante studiare, andare avanti, non avere rimorsi e dare sempre il massimo.»

Progetti per il futuro?

«E' in uscita un nuovo videoclip per il brano “Notti di diamanti”. Poi stiamo organizzando una serie di concerti solo miei per presentare al pubblico il progetto discografico e vorrei portare sul palcoscenico anche dei ballerini. A settembre, invece, vorrei incidere nuove canzoni e pubblicare un vero e proprio album. Poi ho in cantiere la partecipazione a diversi concorsi per cantautori, tra cui il MUSIC FEST, un concorso abbastanza conosciuto dove ho superato la prima fase. Nel mese di ottobre ci sono le secondi fasi…
Sanremo? Non ti nascondo che Sanremo è nei sogni di ogni cantante. Ci stiamo ragionando, perché non vorrei fare il passo più lungo della gamba. Bisogna avere il giusto pezzo per parteciparvi. Il Festival l’ho sempre seguito e per i giovani cantanti è e resta una grandissima opportunità: musicalmente parlando è la vetrina più importante da sempre in Italia e fa parte della nostra cultura.»

I tuoi artisti italiani preferiti?

«Beh diversi: sicuramente Giorgia, Elisa, Tiziano Ferro, Fiorella Mannoia, la grande Mia martini, Lucio Battisti. Sono cresciuto in una famiglia dove ognuno ascoltava un genere musicale diverso. Si passava dalla grande musica cantautorale italiana a gruppi internazionali come i Genesis ed i mitici Beatles. Il mio background musicale è ampio e spazia dal jazz alla musica d’autore. Se devo dirti il mio genere preferito, non ho alcun dubbio: commerciale con influenze r&b ed hip hop.»

Se dovessi scegliere tra ballerina e cantante?

«E' davvero difficile scegliere. Anche nella danza mi hanno sempre fatto questa domanda. Ho studiato tutti gli stili di danza: dalla classica all’hip hop passando per l’house fino alla dance. Credo di essere quel minimo componente in tutto. Questo discorso vale anche nel settore musicale: sono autrice, compositrice ed arrangiatrice. Non saprei davvero cosa scegliere, forse la cantante ma alla fine ci infilerei comunque la danza durante le mie esibizioni!»

Prima di salutarti, un brano tuo o di un altro artista che ti rappresenti più di tutti e con il quale vorresti farti conoscere al grande pubblico?

«Tra i miei sicuramente il mio singolo“AMAMI BOY” dove nel ritornello faccio l’esempio sugli opposti che alla fine sono complementari: “come il buio che ama la luce, come la terra che ama la pioggia, come il silenzio che ama il rumore...come noi”. Questo brano descrive la mia attuale situazione sentimentale col mio attuale fidanzato, peraltro comproduttore ed arrangiatore del pezzo. Ci sono sempre momenti in cui ci si scontra visto che abbiamo due caratteri opposti, ma siamo consapevoli di essere complementari. Se dovessi scegliere il brano di un altro artista posso dirti un cantante lontano musicalmente parlando dal mio genere, ma sempre presente nella mia vita fin da quando ero piccola e me lo sono ritrovato anche nell'esperienza del musical: Freddie Mercury. Non potrei davvero vivere senza ascoltare le sue canzoni.»

Emanuele Ambrosio


Autore
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