"Moonrise Kingdom" di Wes Anderson, fuga musicale dal regno degli adulti
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"Moonrise Kingdom" di Wes Anderson, fuga musicale dal regno degli adulti

sabato 8 dicembre, 2012

Moonrise Kingdom, davvero, è il regno della mente di Wes Anderson (Hotel Chevalier, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, I Tenenbaum, Rushmore, Un colpo da dilettanti), un'isola cinematografica su cui ha piantato il vessillo della propria inconfondibile creatività. Nella produzione di questo autore, nell'ultimo lustro impreziosita da Il treno per Darjeeling (2007) e Fantastico Mr. Fox (2009), la storia è più di una concatenazione di eventi ordinata secondo un leitmotiv narrativo. Diventa, piuttosto, un universo autoconcluso, regolato da emozioni, vicende e personaggi che fuori dall'isola di celluloide potrebbero dirsi "bizzarri", mentre all'interno di quel mondo sono spietatamente, e godibilmente, "coerenti".[MORE]

Nell'estate del 1965, su un'isola che non c'è del New England, la dodicenne Suzy (Kara Hayward), problem child per genitori in crisi, armeggia insistentemente con il binocolo. Sulla stessa isola si trova in campeggio scout il coetano Sam (Jared Gilman): o meglio, non si trova, visto che è fuggito, lasciando uno scarno biglietto d'addio ed il palmo di naso al capo scout Ward (Edward Norton). I due s'incontrano in un punto prestabilito, per una fuga in tandem, disposta in seguito ad un colpo di fulmine ed un fitto scambio epistolare. Sulle loro tracce: l'impreciso e malinconico sceriffo Sharp (Bruce Willis), l'agguerrita famiglia di lei, una puntigliosa Responsabile dei Servizi Sociali (Tilda Swinton). Con le ore contate, perchè una tempesta è in arrivo sull'isola.

Più di un'ouverture, ma meno di un'univoca chiave di lettura, è la lunga sequenza d'apertura, scandita dalle parole e dalle note della Young Person's Guide to the Orchestra di Benjamin Britten, una suite didattica che presentava i vari strumenti di un'orchestra "scomponendo" l'audio di una fuga su tema di Purcell. Tanto più se si considera che alla fine del film, nei titoli di coda, lo stesso tema viene rielaborato da Desplat, autore del soundtrack originale. Per un film in cui fuga e lavoro di squadra sono motifs fondamentali, tanta cura appare di studiata ironia. Ma è una cura "musicale", briosa, visto che, fuori da associazioni troppo erudite, la notazione è spiritosamente intonata all'andante della storia tutta. Suzy e Sam se la intendono soprattutto perchè, abituati ai rispettivi assoli, sono inclini a capirsi, hanno orecchio per ascoltarsi. Non fanno lo stesso, invece, i genitori di Suzy (Frances McDormand e Bill Murray, quest'ultimo alla sesta apparizione in film di Anderson), col gustoso dettaglio della madre che usa il megafono per chiamare la figlia a cena: ma non bastano i decibel per riuscire a comunicare. I tre fratellini che ascoltano insistentemente un mangianastri, poi, sembrano quasi precocissimi orecchi pigri.

Gli stessi scout, poi, offrono una galleria di personaggi che non solo si accordano all'impianto della vicenda, ma l'arricchiscono con una variegata sonorità di caratterizzazioni. In un modo o nell'altro, chi comanda, "l'adulto", è sempre scalcinato: dal Bruce Willis sceriffo che vive in camper, senza polso sia con i servizi sociali che con la famiglia di Suzy, all'Edward Norton che all'inizio si perde Sam, poi l'intera truppa e viene degradato; dal fantastico interludio del cugino Ben (Jason Schwartzman), che gestisce gli scout con un sistema bullistico "soldi in cambio di merendine", e celebra a pagamento un matrimonio piuttosto farlocco, al cattivo tenente Harvey Keitel promosso a Comandante Pierce, che mette in fila gli allievi per farli spazzare ordinatamente dall'inondazione. Chi gestisce l'ordine, dunque, specie se over 30, pare senza bussola.

Non è un caso che, di contro, Sam e Suzy siano invece perfettamente organizzati: fanno inventari, scambiano lettere, studiano mappe. Similmente, è dagli stessi scout compagni di Sam che partono le iniziative decisive per la rescue operation. Ma non si tratta di un ordine "ingrigito": nella bellissima fotografia di Robert Yeoman, con campi verdi, acque azzurre e fiori gialli, l'organizzazione dei più piccoli è sempre colorata da note vivaci (Sam è pittore, Suzy legge libri fantasy, gli scout si travestono con costumi teatrali). Meglio una disciplinata fantasia, intimamente coerente alla capacità di sognare - proprio come il cinema di Anderson - che un insieme di bislacchi regolamenti e di maldestri pugni duri.

Con sardonica gravità, il film procede ordinato come una fila indiana di scout, perturbandosi appena sul proprio colorato sentiero, con una serie di colpi di scena ed imprevisti di vario tipo. Autoregolamentato dalla propria verve creativa, Moonrise Kingdom di Wes Anderson non si risolve in un film di formazione: gli adolescenti sono belli che formati, nella propria vitale incompletezza, che le uniformi strette non soffocano; in quella musicalità d’idee ed emozioni che, più che un pentagramma, è un’utile cartografia per adulti.

Titolo originale: Moonrise Kingdom
Interpreti: Jared Gilman, Kara Hayward, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Harvey Keitel, Jason Schwartzman, Tilda Swinton, Bob Balaban
Sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola
Origine: Usa 2012
Distribuzione: Lucky Red
Uscita italiana: 5 dicembre 2012
Durata: 94'

SITO UFFICIALE
PAGINA FACEBOOK

(in foto: una scena del film Moonrise Kingdom)

Antonio Maiorino


Autore
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