"Blue Jasmine" di Woody Allen: la depressione veste Prada
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"Blue Jasmine" di Woody Allen: la depressione veste Prada

domenica 8 dicembre, 2013

NAPOLI, 8 DICEMBRE 2013 - Dopo Vicky Cristina Barcellona, Midnight in Paris e To Rome with Love, Woody Allen torna a lasciarsi ispirare dalla sua New York e porta al cinema Blue Jasmine, un dramma borghese al femminile che, come spesso accade nei suoi film, crea nello spettatore una piacevole quanto spiazzante “indecisione emozionale”, che oscilla tra riso amaro e dolce tristezza.

 Dopo i titoli di testa e le consuete e quasi scaramantiche note Jazz, ecco che ci viene presentata Jasmine (Cate Blanchett): una donna di gran classe in preda ad una crisi di nervi che, dopo il matrimonio fallito con il carismatico e ricco Hal, rivelatosi poi un truffatore fedifrago, si trasferisce dalla New York dei party e dello shopping allo squallore dell’appartamento di San Francisco della sorellastra Ginger, che vive, ai suoi occhi, un’ esistenza mediocre con due bambini sovrappeso.[MORE]

Le due donne condividono un affetto quasi imbarazzato, causato dalla diversità che le contraddistingue, che poco, forse, ha a che vedere con “l’ereditarietà genetica” ma che sicuramente trova un spiegazione nella diversa percezione che entrambe hanno della vita.

 Jasmine è una donna dalle splendide idee griffate ed infiocchettate, rimaste lì senza essere mai state scartate. Ha abbandonato ogni suo sogno e ogni sua determinazione per affidarsi ad un cantastorie adulatore dalla coscienza sporca. Ginger, invece, è una donna pratica, senza grilli per la testa, che si accompagna sempre ad un uomini simili: sempliciotti, squattrinati ma a loro modo genuini.

Chi delle due sbaglia approccio? Entrambe. Probabilmente pretendono troppo e troppo poco dagli uomini che le circondano senza preoccuparsi appieno di cosa pretendono da loro stesse.

Sono rassegnate, ma mentre Ginger, annebbiata dalle idee “opportunistiche” della sorella, appena mette il naso fuori dalla sua quotidiana seppur mediocre vita sentimentale, se ne pente immediatamente e torna sui suoi passi, Jasmine resta incollata al suo passato traumatico e continua a divorare antidepressivi e a cercare “buone opportunità” nella stabilità altrui anziché nella propria e questo, le si ritorce contro irrimediabilmente.

Blue Jasmine, con la sua sottile ironia imballata nel dramma si distacca dalla memorabile comedy noir di Match Point e Sogni e Delitti, ma anche dalla poesia delicata di To Rome With Love e Midnight in Paris.

Il tocco di Woody c’è e si vede, soprattutto registicamente parlando, ma sorprende la scelta del regista di portare sullo schermo una storia lineare, senza colpi di scena, e completamente incentrata sul disagio interiore di una donna che prova in tutti i modi di risalire un baratro da cui non riesce ad uscire.

Allen con il suo cinismo pungente crea angoscia e amarezza, mettendo in bocca a personaggi stereotipati dialoghi spinosi e quasi classisti.

Un segnale, questo, che ci ricorda che l’occhio di Woody Allen è sempre criticamente fertile e attento sulla società nella quale vive e tramite la quale si ispira.

Blue Jasmine non sarebbe stato lo stesso senza una gigante del cinema come Cate Blanchett: esteticamente perfetta grazie al portamento fluido e ai tratti eleganti, ma anche drammaticamente potente e coinvolgente. Memorabili sono i suoi sguardi nel vuoto e i suoi soliloqui devastanti, attraverso i quali vive e rivive il suo dramma, intrappolandosi in esso sempre di più.

Promossa dunque, quest’opera drammatica di Woody Allen anche se non a pieni voti.

Le potenzialità del regista newyorkese sono ben note a tutti e siamo quindi coscienti del fatto che possa tornare a raccontare storie più sostanziose ed accattivanti, mescolando, come sempre, il suo colto e spiccato senso critico alla sua deliziosa finezza registica.

Titolo originale: Blue Jasmine
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2013
Durata: 98 min
Genere: drammatico
Regia: Woody Allen
Soggetto: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Produttore: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson
Produttore esecutivo: Leroy Schecter, Adam B. Stern
Casa di produzione: Perdido Productions
Distribuzione (Italia): Sony Pictures, Warner Bros.
Montaggio: Alisa Lepselter
Musiche: Christopher Lennertz
Scenografia: Santo Loquasto

Marcella Cerciello [www.cinemarcy.blogspot.com]
 


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