Crisi: crolla il mercato auto
Economia Lazio

Crisi: crolla il mercato auto

domenica 1 agosto, 2010

ROMA- Lunedì mattina saranno resi noti i dati ufficiali di Federauto, l’associazione concessionari d’auto, dai quali emerge un dato sconfortante: -26% sulle immatricolazioni. Il presidente Filippo Pavan Bernacchi parla di un vero e propria disastro e chiede un intervento da parte del Governo. [MORE]“Servirebbe che il Presidente del Consiglio prendesse in mano la situazione. Un altro: ‘Ghe pensi mi’. Da un lato rinnovando dei bonus pluriennali per svecchiare il parco auto e incentivare le vetture a basso impatto ambientale; in primis quelle alimentate a GPL e a Metano. Dall’altro, varando una politica seria per riallineare la tassazione delle vetture aziendali agli altri paesi europei. C’è una differenza enorme a nostro sfavore e le poche aziende che potrebbero acquistare auto, veicoli commerciali e industriali, sono costrette a mantenere i propri parchi, anche obsoleti, non sicuri e inquinanti. Il trend post-incentivi è confermato: lo Stato introiterà circa 2 miliardi di imposte a vario titolo in meno, i concessionari devono agire sui costi del personale sopprimendo circa 15.000 posti di lavoro, cui se ne aggiungeranno almeno 30.000 dell’indotto. Un vero effetto domino di cui nessuno conosce le esatte dimensioni”. Continua poi Bernacchi: “Allo Stato italiano chiediamo che prenda subito in considerazione misure a supporto del mercato auto. Sarebbero a costo zero, perchè si pagherebbero sia con le imposte sulle auto aggiuntive, sia con riduzione delle spese mediche legate alla cattiva qualità dell’aria e la diminuzioni di morti e feriti per gli incidenti stradali. Inoltre ci sarebbe un minor ricorso agli ammortizzatori sociali che stanno drenando molte risorse statali. Questo si otterrebbe, come dice Obama, incentivando l’acquisto di auto che consumano e inquinano meno, e sono molto più sicure con dotazioni moderne come le scocche a deformazione progressiva, l’ABS, l’ESP e gli Airbag.” Relativamente alla questione Fiat precisa Federauto: “E’ importante che Fiat resti a produrre in Italia. Per questo serve un atteggiamento totalmente diverso di certi sindacati. In questo momento produrre in Europa non conviene più e tutti stanno smobilitando gli stabilimenti italiani per delocalizzare. Vogliamo rendercene conto e tornare a competere sul mercato del lavoro internazionale? Continuando così avremmo dei bei contratti ma, purtroppo, pochissimi ne potranno godere perchè disoccupati. Prendiamo esempio dai lavoratori targati USA. E’ il momento.”
 


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