"Cui prodest" - A breve stato di agitazione dei lavoratori pubblici
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"Cui prodest" - A breve stato di agitazione dei lavoratori pubblici

martedì 23 luglio, 2013

LAMEZIA TERME (CZ) 23 LUGLIO 2013 - Cui prodest? La chiusura della Casa Circondariale di Lamezia Terme, a chi giova?  “Cui prodest scelus, is fecit” si legge nella tragedia di Seneca: e cioè “colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l’ha compiuto”.

Ecco! A chi giova veramente la chiusura della Casa Circondariale di Lamezia Terme, forse, lo scopriremo tra qualche anno. Al momento non siamo in grado di fare previsioni ragionevolmente condivisibili. Se questa decisione si sia potuta sviluppare nella mente di taluni soggetti per trarne personali vantaggi, oppure per procurare sfavori o al contrario favori, a qualcuno, non è dato di sapere.

Ma una cosa è certa: A breve sarà proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori del comparto ministeri, della Presidenza del consiglio dei ministri del comparto sicurezza, ovvero mobilitazione generale del personale amministrativo tutto .

Sono già stati e continueranno a essere, inoltre, contemporaneamente messe in atto tutte le possibili prerogative sindacali e quelle iniziative utili allo scopo di tutelare gli interessi di tutti i lavoratori penitenziari operanti nella Casa Circondariale di Lamezia Terme e delle loro famiglie, pesantemente penalizzati da una economicamente e socialmente ingiusta ed immotivata chiusura di quel luogo di lavoro.

Questo perchè CISAL, Confederazione quarta forza sindacale sul territorio nazionale, nonché pienamente rappresentativa in numerosi comparti tra i quali il pubblico impiego, ha sempre agito in passato, agisce oggi e continuerà a farlo in futuro, nell’interesse esclusivo della tutela dei diritti dei lavoratori, pubblici o privati che siano. La stessa CISAL è assolutamente convinta che ciò possa essere fatto solo sedendosi ai tavoli delle trattative, per condividere ragionevolmente un percorso che porti alla graduale risoluzione delle molteplici problematiche lavorative esistenti.

A tale scopo, alcuni giorni dopo aver appreso dalla stampa di pesanti critiche sulla Casa Circondariale di Lamezia Terme, si è recata in visita – con una propria delegazione composta da alcuni dirigenti nazionali tra i quali il Segretario Generale del Dipartimento Ministeri, Sicurezza e P.C.M., Saraceni ed il Segretario Nazionale di settore, Fabio Schiavone -- in quei luoghi di lavoro, per approfondire ancor di più la conoscenza di quanto in base alle notizie in possesso erano solo delle ingiuste accuse.

A conclusione della visita, la delegazione suindicata ha espresso piena soddisfazione per quanto potuto osservare, per il buon lavoro lì portato a compimento, sia dal dirigente, che dal personale amministrativo e da quello appartenente al comparto sicurezza, nonostante le indiscutibili difficoltà esistenti sia in termini di risorse materiali che umane (quali ad esempio derivanti dal blocco del turnover che impedisce l’inserimento di nuove ed efficienti forze lavoro in ambito del comparto ministeri) riconducibili ai grossi tagli di bilancio causati dalla spending review.

Non si comprende peraltro – ha dichiarato il segretario nazionale del predetto Dipartimento, Fabio Schiavone -, il perché nei recenti piani di riorganizzazione del sistema penitenziario italiano, sia stata inserita la chiusura del penitenziario Lamentino, senza tener conto di alcune eccezioni funzionali alle peculiarità del sistema locale.

In tal senso – ha proseguito Schiavone – appare doveroso segnalare una certa sottovalutazione delle possibili ripercussioni negative connesse alla paventata chiusura dell’Istituto penitenziario di Lamezia Terme, la cui attuazione rischia di produrre un enorme e irrisarcibile danno per tutto il territorio.

Sul tema specifico, non può dimenticarsi che la città di Lamezia Terme è ad alto indice di criminalità; è la terza città della Calabria, con oltre 80.000 abitanti; è sede di un aeroporto internazionale che è d’importanza strategica per il supporto alla Polizia Penitenziaria nei servizi di traduzione dei detenuti; è sede di snodo ferroviario di centrale e fondamentale importanza per ogni collegamento in ambito regionale.

Non solo; come ho già avuto modo di osservare – ha proseguito il segretario - considerato che tale istituto in questi ultimi anni è stato adeguatamente ristrutturato, anche dal lato della sicurezza, questa Organizzazione Sindacale ritiene che la paventata soppressione dell’Istituto Penitenziario lametino - che garantisce efficienza ed efficacia sulla sicurezza e sull’espletamento dei propri compiti Istituzionali sul territorio regionale sia, quindi, impensabile ed inimmaginabile, oltre a costituire un ulteriore sperpero di risorse pubbliche.

CISAL F.P.C.- Dipartimento Ministeri, Sicurezza e Presidenza Consiglio Ministri, alla luce si quanto predetto crede, anzi è pienamente convinta, che gli sprechi da eliminare siano da ricercare altrove; ad esempio, nei tagli di auto blu; sui costi della politica e sui vitalizi; sulle consulenze esterne e sulle esternalizzazioni di servizi, nonchè nella riduzione degli sprechi in generale. Ma è altrettanto fermamente convinta che la chiusura del Penitenziario di Lamezia Terme non soltanto – come già detto- sia un ulteriore sperpero di risorse pubbliche e danno per l’intera popolazione calabrese, ma anche un madornale errore al quale si opporrà con ogni mezzo sindacale, mettendo in campo ogni valida iniziativa atta a tutelare i lavoratori che operano in tale contesto, siano essi amministrativi del comparto ministeri o appartenenti al comparto sicurezza.

Noi della CISAL, un sindacato controcorrente che colloquia con la politica ma mantiene integra la sua autonomia da essa; non subalterno o organico a questo o quel partito politico, che sostiene le iniziative della governance amministrativa pubblica quando e se del caso, pur non volendo entrare nelle scelte strategiche del Governo, ritieniamo di dover fare, nello specifico, un appunto sincero alla illogicità del provvedimento riscontrando gravi e inspiegabili contraddizioni.

Si è tenuto, ad esempio, conto dei costi del depauperamento dei beni patrimoniali naturali e strumentali, quelli necessari al trasferimento dei beni riutilizzabili e le perdite patrimoniali legate, invece, all’inutilizzabilità di alcuni impianti tecnologici della stessa struttura immobiliare e, infine, delle spese amministrative per il trasferimento di cose e persone? Un vero pregiudizio economico-finanziario di cui qualcuno potrebbe (o meglio dovrebbe) essere chiamato a risponderne.

Qualora tutto quanto suindicato non bastasse, un dubbio insistente e indiscreto - sempre lo stesso – attraversa i nostri pensieri: “è mai possibile che a pagare ogni scotto sia la Calabria e i Calabresi”?[MORE]
 
 
Il Segretario Nazionale Fabio Schiavone
Il Responsabile Regionale Calabria – Antonello IULIANO





(notizia segnalata da antonello iuliano)


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