La Chiesa come un ospedale da campo
Parola e Fede

La Chiesa come un ospedale da campo

lunedì 14 ottobre, 2013

Adele ci chiede chiarimenti su un'affermazione del nostro amato Papa Francesco. Risponde don Francesco Cristofaro.

D.Papa Francesco ha detto la chiesa e' un ospedale da campo potete spiegarmi cosa intende? Grazie Adele

R.Cara Adele, grazie per la tua domanda. Ti riporto, innanzitutto le parole del Santo Padre.
La Chiesa è come “un ospedale da campo dopo una battaglia”. È questa, appunto, l’immagine usata da papa Francesco in un’intervista rilasciata a Civiltà Cattolica, per descrivere le difficoltà attraversate dalla Chiesa. “È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti: si devono curare le sue ferite, poi potremo parlare di tutto il resto”. Quindi, “le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo”, perché “la prima riforma deve essere quella dell’atteggiamento”. [MORE]Un atteggiamento che richiede, innanzitutto, misericordia. Per papa Francesco, infatti, “i ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. L’ospedale da campo si attiva lì dove c’è l’uomo bisognoso, lì dove c’è l’uomo in difficoltà, lì dove c’è l’uomo in crisi, in pericolo. Dappertutto, allora, c’è bisogno della Chiesa, dei suoi ministri, dei cristiani missionari, pronti a curare le ferite del mondo, del peccato, del male. Dove c’è un uomo, lì c’è anche il diavolo pronto e disposto con ogni mezzo a mietere vittime e a portare quanto più possibile anime nella sua rete, nel suo sacco. E quando il diavolo esce per le strade, per i campi o per la vita quotidiana non torna mai a casa senza aver raccolto frutti per sé. È urgente, allora, prendere sul serio questo problema. Il Papa ci vuole dire che mentre noi potremmo essere attenti a preoccuparci di “altre” che, a volte, non ci competono, non ci accorgiamo di perdere le anime e di lasciarle vittime in mezzo alla strada.

Ci può servire da esempio e da meditazione la Parabola del buon Samaritano. (Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede al locandiere, dicendo: «Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno» (Lc 10,25-37).
Questo è il rischio della Chiesa, secondo Papa Francesco: essere come il sacerdote o il levita della parabola che hanno altri pensieri, altre priorità, altre preoccupazioni ma che hanno dimenticato l’essenziale.

Don Francesco Cristofaro

Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected] . Si cercherà di fornire a tutti una risposta.


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