Mafia, miti e leggende nel libro “Dove si guarda è quello che siamo” della giornalista Casadio
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Mafia, miti e leggende nel libro “Dove si guarda è quello che siamo” della giornalista Casadio

sabato 29 dicembre, 2018

LAMEZIA TERME 29 DICEMBRE - Il racconto  della grande emigrazione italiana, che ha interessato la Sicilia tra l’800 e il ‘900  e    la Calabria  che ha registrato pure  l’ alto numero di esodi in Paesi esteri, intrecciato a miti e leggende e  al  tema della mafia, è il filo conduttore     dell’ultimo  libro  “Dove si guarda è quello che siamo” della cronista di Repubblica Giovanna Casadio presentato dall’ex sindaco di Lamezia Terme Gianni  Speranza e dalla blogger Ippolita Luzzo.

Ambientato nella Sicilia Occidentale, Giovanna Casadio evoca  miti, leggende  e fatti  della città di Trapani, facendo emergere le affinità e le analogie che sono  comuni  ai siciliani e i calabresi  e che costituiscono l’asse portante della propria fisionomia e della propria  identità. Legata  affettivamente al territorio lametino, la giornalista Casadio indugia, tra l’altro,  sulle ferite che deturpano la bellezza ambientale  della Sicilia. «Mi colpisce drammaticamente il modo in cui la bellezza viene ferita e continua ad essere ferita. Basta gettare lo sguardo appena si arriva in aeroporto a Trapani  per vedere come l’eolico con le sue installazioni abbia ferito il paesaggio, e quindi riflettere sul business che c’è dietro» ha dichiarato la giornalista   evidenziando la sua abilità nel narrare una Sicilia nuova  che travalica  ogni minimo contrasto tra la bellezza del passato e la negatività del presente.

Aspetti  sottolineati anche da Speranza e Luzzo per i quali « tanti sono gli elementi di contatto con la narrazione che la Calabria e i calabresi fanno di se stessi e del proprio passato  alla ricerca di una prospettiva diversa e migliore per il presente». Oltre a rilevare le criticità  sia della  Sicila che della  Calabria, in cui si registra il tasso di analfabetismo più alto tra le regioni italiane, la scrittrice affronta il tema inquietante della mafia trattato non in forma astratta ma concreta attraverso  l’operato della piovra che penetrava fisicamente nella comunità sempre pronta ad agire in modo violento giungendo all’uccisione del magistrato Giangiacomo Ciaccio Moltalto.

Uccisione che destò l’attenzione della comunità che finalmente comprese le vere mire della mafia che erano quelle di avere il controllo su tutto e non limitarsi a scatenare guerra al suo interno. E ancora la giornalista si sofferma sulla strage di Pizzolungo del 1985 con l’attenttato al magistrato Carlo Palermo e l’uccisione della giovane mamma Barbara Rizzo mentre accompagnava a scuola i suoi due figli, Giuseppe e Salvatore. L’incontro è stato animato dal partecipato dibattito con il pubblico che ha contribuito ad approfondire degnamente la delicata ed attuale  tematica proposta nel libro dalla giornalista Casadio.

Foto: Speranza Casadio Luzzo

Lina Latelli Nucifero


Autore
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